Occupazione: altri 410 posti senza futuro

Martedì 2 Settembre 2014
Occupazione: altri 410 posti senza futuro
Ancora tante nubi all'orizzonte per il Polesine sul fronte occupazionale. L'indagine pubblicata ieri dal Sole24ore non lascia molti margini di speranza a Rovigo per quanto riguarda i nuovi posti di lavoro. Il quotidiano economico, sbilanciatosi in una previsione delle nuove assunzioni per i prossimi mesi, dipinge un futuro prossimo tutt'altro che roseo per la nostra provincia, destinata, a quanto pare, a rimanere ancora a lungo invischiata in una crisi dalla quale invece molti sembrano iniziare a uscire.
Ancora una volta Rovigo stona rispetto alle altre province venete, quasi appartenesse a un'altra regione. Nella classifica relativa alle previsioni di assunzione (per posti non stagionali) dietro alle metropoli Milano, Roma, Torino, Napoli si piazzano praticamente tutte le province venete. Tutte eccetto Rovigo, che fa registrare aspettative distanti anni luce dal resto del Nordest.
Nel dettaglio, le assunzioni previste tra Adige e Po per i prossimi mesi sono 1350, un dato che relega Rovigo in 81esima posizione su 105 province totali, in compagnia di Pistoia e appena sopra Ragusa. Ma ciò che salta maggiormente all'occhio è l'ulteriore peggioramento rispetto allo scorso anno, già da molti indicato come il punto più basso della crisi lavorativa nazionale: i posti di lavoro previsti in meno rispetto allo stesso periodo del 2013 sarebbero ben 410, con una variazione percentuale pari a -23%. Valore, quest'ultimo, che attribuisce a Rovigo addirittura la «maglia nera» nazionale insieme a Gorizia, Enna e Trapani.
Insomma, c'è poco da stare allegri. Per i polesani alla ricerca di un impiego mai come ora può essere utile allargare il proprio sguardo verso Nord. Già, perché come detto nel resto del Veneto si inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel.
Complessivamente nella nostra regione nel 2014 sono programmate 62mila assunzioni: 39mila non stagionali e per il 21% a tempo indeterminato. I nuovi posti di lavoro dovrebbero aumentare in totale del 12%, in linea con la media dell'intero Nordest. A Verona (settima nella graduatoria nazionale) le nuove assunzioni saranno 8.250 con un incremento sul 2013 del 19%. A Venezia (undicesima) poco più di 7.500 con una crescita del 10%. Orizzonte più sereno anche a Padova (dodicesima) con 500 assunzioni previste in più rispetto allo scorso anno e un +20% che colloca i nostri «vicini» tra i più virtuosi a livello nazionale. Bene anche Treviso, che con un'aspettativa di 6.360 nuovi posti di lavoro fa registrare un incremento del 13% sulla fine del 2013.
A far da traino al mondo occupazionale veneto sembrano essere soprattutto quelle aziende che operano fuori confine, realtà che per essere competitive su un mercato così vasto non possono rinunciare a innovazione e sviluppo e, quindi, all'implementazione del proprio capitale umano.
Tirando le somme, mentre gran parte del Veneto rialza la testa il Polesine rimane impantanato. O almeno questa è la previsione. Magra consolazione deriva dal fatto che altre città del Nord, tradizionalmente piuttosto produttive, sembrano andare incontro ad una nuova frenata delle assunzioni. Tra queste Brescia, Bergamo, Varese, Mantova, Lecco e Pavia.
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