Minori adescati sul web in Polesine

Martedì 28 Aprile 2015
Ben otto minori adescati online in Polesine. Un dato che può apparire non particolarmente rilevante, se si pensa che l'arco di tempo considerato va dal 2010 al 2014. Ma si deve tenere conto che, avendo a che fare con nuove tecnologie, anche la documentazione e lo studio sono al principio. Sicuramente più impressionante, invece, il fatto che il 40% dei minori che fa uso di social network sia stato contattato almeno una volta con intenti fraudolenti.
Sono alcune delle informazioni emerse nel corso del convegno «Minori, una identità fragile sul web, tra opportunità e abusi», che ieri in Cittadella, alla sede dell'Ulss 18, ha riunito circa 300 persone.
I relatori erano Manuela Baccarin, direttore dei Servizi sociali dell'Ulss, Elisa Antonioli, direttore del centro interaziendale I Girasoli, Davide Nalin, sostituto procuratore a Rovigo, e Carlo Negri, giudice per le indagini preliminari del medesimo tribunale. Baccarin e Antonioli hanno fornito importanti dati numerici, mentre i magistrati si sono soffermati sull'aspetto più giuridico dei nuovi social. «Si deve pensare - ha spiegato Nalin - che il nostro Codice penale risale ormai a 80 anni fa. Internet invece essendo uno strumento recente non è ancora stato normato in maniera organica dal legislatore. Per i minori il rischio è doppio: possono venire adescati, ma possono anche divenire autori inconsapevoli di reati, come la diffamazione o diffondendo foto». Su questo aspetto si è soffermato anche il giudice Negri, citando un esempio da manuale: ossia la diffusione delle foto intime fatte dai fidanzatini e che, se immesse online o sui sociali, rischiano letteralmente di fare il giro del mondo in pochi istanti, portando a configurare pesanti reati.

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