Istituti polesani, un futuro da ripensare

Giovedì 27 Novembre 2014
Le vicende accadute negli ultimi mesi negli Istituti polesani di Ficarolo, tra i maltrattamenti da parte di alcuni operatori ai degenti e le più recenti morti violente di due tra i degenti stessi, «hanno mostrato un'inadeguatezza dei metodi di gestione della malattia psichica nei grandi istituti», sostiene il comitato Per l'art. 32 Sanità e sociale, che ha organizzato un convegno, sabato alle 10.30 in Gran guardia, per fare il punto sulla situazione e ragionare su nuove prospettive di gestione e organizzazione della struttura.
«Avremo relatori competenti e illustri a cominciare da Giuseppe Dell'Acqua, docente di Psichiatria all'università di Trieste - spiegano gli organizzatori - che ha avuto la fortuna di iniziare a lavorare con Franco Basaglia fin dai primi giorni triestini, partecipando all'esperienza di trasformazione e chiusura dell'ospedale psichiatrico. Personalità nota per le collaborazioni e le consulenze offerte a livello internazionale, è stato direttore del Dipartimento di Salute mentale per 17 anni fino all'aprile del 2012. Presenterà la terza ristampa del suo libro testimonianza “Non ho l'arma che uccide il leone”».
Presenzieranno anche Luana Calabrese, presidente del Comitato Rette accoglienza residenziale del Veneto e presidente dell'Aitsam di Castelfranco Veneto, Silvana Perrone, psicoterapeuta e specialista in neuropsicologia, già presidente dell'Anffas di Rovigo e Guglielmo Brusco, ex assessore alla Sanità della Provincia di Rovigo, tra i primi a denunciare la situazione degli Istituti polesani dai punti di vista sia sanitario che amministrativo.

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