In archivio gli abusi sulla figlioletta

Martedì 5 Maggio 2015
La notizia era nell'aria. Non a caso la difesa dell'indagato, affidata all'avvocato Carmelo Marcello di Ferrara, aveva depositato una memoria difensiva nella quale si chiedeva proprio questo esito: l'archiviazione dell'indagine aperta dalla Procura di Rovigo. E proprio questa è stata la richiesta avanzata del magistrato inquirente al giudice per le indagini preliminari: archiviare.
Per i fatti ipotizzati era indagato il padre di una bimba di quattro anni. Il genitore, che non vive più con la piccola e con la madre, avrebbe costretto la figlioletta a subire atti sessuali molto pesanti. Teatro dei fatti, un comune non troppo distante da Monselice. La parte offesa era seguita e tutelata dall'avvocato Anna Osti di Rovigo. Lo snodo fondamentale dell'inchiesta è stato l'incidente probatorio disposto dal giudice per le indagini preliminari Pietro Mondaini. Aveva domandato al proprio consulente di verificare se la bambina, vista la tenerissima età, fosse o meno in grado di testimoniare. La risposta è stata negativa. E di fatto la conclusione ha posto una discreta pietra tombale sul prosieguo del procedimento penale, come spesso accade in tutti questi casi nei quali il materiale a disposizione degli inquirenti coincida con le dichiarazioni di una delle due parti in causa. Ora l'avvocato Osti avrà facoltà di opporsi alla richiesta di archiviazione, arrivando così a una udienza di fronte al giudice per le indagini preliminari per decidere la sorte del procedimento.
Da parte sua l'avvocato Marcello aveva in varie occasioni indicato l'archiviazione come l'esito più appropriato della vicenda. Tramite indagini difensive aveva anche prodotto alcune foto di una festa di compleanno nel corso della quale la piccola avrebbe subito atti sessuali. Ad avviso del difensore, quelle foto ritraevano invece una bambina felice e serena, senza turbamenti, come se davvero non fosse accaduto nulla.
In ogni caso, come detto, a portare a questo esito è stato il fatto che l'unico testimone diretto dei fatti ipotizzati non è in grado di deporre.
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