Il "no" alla ricerca di idrocarburi

Mercoledì 1 Aprile 2015
Il Polesine rimarca il suo no alle indagini nel sottosuolo alla ricerca di idrocarburi.
Lo fa con l'intero consiglio provinciale nell'ordine del giorno votato ieri che impegna il presidente Marco Trombini a fare propria ogni iniziativa utile, a fianco di Regione e istituzioni, in ogni sede possibile contro un provvedimento che, aprendo la via ai sondaggi, di fatto permette l'indiretto via libera alle trivellazioni, fomite di tanti danni ambientali ed economici alla fragile Mesopotamia padana.
Che basti, ci sperano in tanti. Che vada supportato da ben più alte "sponde" istituzionali è l'aspettativa che grava sulle spalle di Trombini e della politica locale.
Tant'è. In scala, è quanto attende anche per l'identico no ribadito con l'altro ordine del giorno sul progetto di collegare il corso del Fratta Gorzone con l'Adige per scaricarvi gli eccessi d'acqua delle piene del primo. Il Fratta Gorzone altro non è che la sentina a cielo aperto dell'Alto Vicentino che, nella zona di Chiampo, fa lavorare le proprie industrie manifatturiere con scarichi blandamente se non erroneamente depurati. Il carico di inquinanti che si scaricherebbe in Adige rischia di mettere in ginocchio non solo l'orticoltura Igp locale ma persino la catena di potabilizzazione con costi pesanti per le comunità polesane.
Fin qui i problemi veri. La cornice del consiglio ha riservato però qualche mezzo colpo di scena di stampo politico, dal consigliere Vasco Veronese che salta giù dal Carroccio per cavalcare col "destriero scaligero" Flavio Tosi alla pace fatta tra centrodestra e Pd in consiglio. Trombini deve essersi reso conto che la "sua" guerra di posizione a due mesi dal voto "paga" una posta irrisoria e ha mollato le redini di Caccia e Pesca ai due bassopolesani Ivano Gibin e Claudio Bellan. Rientrati i propositi di negare l'egemonico dominio dei due settori strategici ai "figli del Delta", come aveva promesso di fare il sindaco di Ceneselli. Politica zero, convenienza 1. Palla al centro quindi in un consiglio che può ora lavorare a briglia sciolta su quel che gli resterà da amministrare. E' già un risultato. Il cambio di rotta, invece, era solo un tentativo...fallito.
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