Giuseppe Baldan, attento e affidabile

Martedì 23 Settembre 2014
C'è anche un veneziano tra le quattro vittime della tragedia di Adria. A Liettoli di Campolongo Maggiore il 48enne Giuseppe Baldan era chiamato da tutti Dino.
Anche se sui suoi documenti appare nativo di Piove di Sacco, Baldan ha sempre risieduto nella frazione, in una bella palazzina di via Veneto 73. Sposato con Monica, lascia due figli: una ragazza di 17 anni e un giovane di 12. Era autista di autocisterne da una decina d'anni per la ditta Marchi Industriale, con stabilimento produttivo in via Miranese a Marano Veneziano di Mira. La sede amministrativa è a Firenze.
Venerdì pomeriggio Giuseppe Baldan aveva effettuato un carico di acido solforoso diluito nell'autocisterna affidatagli dall'azienda, per poi consegnarlo ieri mattina ad Adria. Come sempre per la notte e durante le pause, l'automezzo era stato parcheggiato nell'apposito piazzale della ditta a Marano, con l'attivazione di tutte le sicurezze del caso. È infatti proibito dal regolamento dell'azienda che i mezzi siano parcheggiati fuori sede, men che meno presso le abitazioni degli autisti.
Ieri mattina Baldan si era presentato presto in azienda e aveva ritirato il mezzo per la consegna. I carabinieri sono riusciti a risalire all'azienda di Marano dai documenti di trasporto contenuti nella cabina dell'autocisterna. Telefonato in ditta hanno avuto la conferma che l'autista deceduto ad Adria era proprio lui.
«Una brava persona, attenta nel proprio lavoro - dice al telefono Lucio Agostini, direttore dello stabilimento. La notizia ci ha sconvolti. Baldan era un persona di massimo affidamento e ora siamo in attesa dei riscontri da parte dei tecnici per capire come possa essere successo l'incidente».
La notizia è giunta in casa Baldan tramite i Carabinieri. Inizialmente alla moglie è stato detto che il marito era rimasto vittima di un grave malore, non che fosse morto. Successivamente la televisione e internet hanno divulgato la realtà e in casa Baldan è stato tutto un susseguirsi di persone che cercavano di portare conforto alla famiglia. Verso le 15 è arrivato dal lavoro anche il fidanzatino della figlia di Giuseppe. I due si sono stretti in un grande abbraccio tra le lacrime. Parenti ed amici, vicini nel dolore alla famiglia, hanno poi fatto da paravento a quanti volevano parlare e salutare la moglie, che ancora non riusciva a rendersi conto dell'accaduto.
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