Fronte comune dei sindaci al diktat di Palazzo Nodari

Sabato 3 Ottobre 2015
I sindaci dei Comuni maggiori dopo Adria e Rovigo, sono compatti contro il braccio di ferro di Palazzo Nodari.
Telefoni roventi e incontri anche bipartisan, ieri, per fare fronte comune. Claudio Bellan, numero uno di Porto Tolle, è convinto della sua posizione e di quella dei colleghi di centrosinistra: «Ho partecipato a diverse riunioni ed è emerso che sarebbe opportuno trovare una via condivisa sul quale salvaguardare la questione rifiuti, lasciando da parte le beghe politiche. Questa situazione di gruppi non consente il dialogo. Bergamin dovrebbe essere più disponibile a parlare. Se così sarà, potrebbe trovare un percorso condiviso». Luigi Viaro, primo cittadino di Lendinara, è ancora più netto: «In una provincia nella quale i partiti non ci sono più, le amministrazioni locali sono costrette a organizzarsi. Però stiamo facendo più fumo che arrosto. Bisogna ripristinare la governance di Ecoambiente. Se l'ordine del giorno di oggi (ieri, ndr) fosse stato questo, invece che le grandi strategie sul Consorzio rifiuti, sarebbe stato tutto molto più semplice. Ripristinare la legalità in questo settore? È un'assurdità. Che cosa significa? Noi vogliamo solo fare la nostra parte. Non c'è alcuna fronda e io non sono contro alcun collega. Per la mia comunità farò la mia parte in un'assemblea in cui si discutere temi possibili». Viaro questa mattina sarà assente: «Serve qualche giorno per ragionare. Aggiornare a domani la riunione è inutile. Lunedì sarebbe meglio. Eppoi le minacce del tipo "Se non venite...", non capisco perché si cerchi il muro contro muro». Daniele Chiarioni, sindaco di Occhiobello: «Stamattina (ieri, ndr) non eravamo presenti perché non eravamo assolutamente convinti di ciò che si andava dicendo. Anche il mio segretario comunale ritiene illegittima l'elezione di un cda in liquidazione, il cui commissario è stato nominato per questo».
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