Compagni di banco: «In ufficio alle otto e un pranzo frugale»

Domenica 1 Febbraio 2015
Compagni di banco: «In ufficio alle otto e un pranzo frugale»
Una persona schiva ma cordiale. Strinse le mani a tutti i presenti nel 2001 ed ebbe il tempo di visitare la Rotonda e il Duomo. Il nuovo Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, venne diverse volte a Rovigo tra il 1996 e il 2001. Ed è ancora vivo nella memoria di chi lo incontrò, il ricordo di quelle giornate, tanto che, ieri, è stata una grande emozione, per più di qualche politico rodigino, la salita al Quirinale dell'ex ministro democristiano. Chi ha avuto, di certo, il rapporto più stretto con Mattarella è stato il deputato polesano Gabriele Frigato, che fu suo «compagno di banco» a Montecitorio. Anche in forza di quest'amicizia, l'allora ministro della Difesa del governo D'Alema salì a Rovigo da Roma per sostenere Frigato nella campagna elettorale, prendendo due piccioni con una fava visto che diede il suo appoggio anche al candidato sindaco Fausto Merchiori.
«Sono onorato - esordisce Frigato - di averlo avuto come capogruppo alla Camera. Poi, ovviamente, l'ho sostenuto al governo. Il mio più grande ricordo è che è un grande lavoratore. Era in ufficio già alle 8 e credo di non essere mai stato a pranzo fuori con lui perché mangiava in modo molto frugale, un tramezzino nel suo studio per non perdere tempo».
La sera che venne a Rovigo «mi ricordo che arrivò un'oretta prima dell'incontro pubblico. Approfittò dunque per visitare velocemente la città con una passeggiata per le piazze e uno sguardo alla Rotonda e al Duomo. Voleva conoscere, seppur superficialmente, la parte storica della nostra Rovigo. Era una sua abitudine cercare di arrivare prima nelle città che non aveva mai visto per poter fare una breve visita».
Frigato ammette di «avergli mandato un messaggio appena è stato eletto. Immagino sarà subissato di telefonate ma sono certo mi risponderà nei prossimi giorni. Ho vissuto bene questa pagina della politica italiana. Ritengo Mattarella l'ultimo dei "dorotei": ascolta tutti, anche chi la pensa diversamente. Per questo ha le carte per essere un ottimo presidente della Repubblica».
Anche Fausto Merchiori ricorda molto bene quella serata. «Mi colpì la sua riservatezza, la dolcezza di tratto di un'educazione finissima. Era molto riguardoso verso tutti coloro che incontrava. Dava la mano a tutte le persone che c'erano. Equilibrava il pudore nel proporsi con una delicatezza nei confronti delle persone che era squisita. Non mi conosceva. Scese per la mia campagna elettorale con spirito di servizio, ma fu molto amabile nei miei confronti».
Angelo Zanellato, che fu segretario polesano del Ppi, ebbe l'occasione di incontrare Mattarella più volte. «In generale ci trovammo in occasione degli appunatmenti ufficiali del partito. Per quello che mi è dato conoscerlo, credo sia l'uomo giusto al momento giusto. All'interno del Ppi faceva parte dello stesso mio gruppo, quindi abbiamo avuto l'occasione di vederci più di qualche volta. Gabriele Frigato lo conosce meglio, ma posso dire che è una persona molto degna. Renzi ha segnato, con lui, un bel punto a favore dell'Italia. Sono certo farà un bel lavoro come Presidente della Repubblica».
La prima volta che Mattarella arrivò a Rovigo fu nel 1996 in occasione del congresso provinciale dei Popolari. Oltre ad Angelo Zanellato erano presenti anche l'ex sindaco Fabio Baratella e Francesco Milan. Fu quest'ultimo che lo accompagnò all'aeroporto: «Dopo l'incontro nella sala congressi dell'Europa Palace, lo condussi con la mia Audi familiare verde fino all'aeroporto di Venezia. È stata l'occasione per una lunga chiacchierata. Ero uno dei primi fondatori dell'Ulivo in Polesine e a quel tempo c'era il governo Prodi. Sono passati quasi 20 anni. Non mi ricordo esattamente cosa ci dicemmo, ma ricordo bene che l'impressione fu delle migliori. È una persona molto schiva, corretta e onesta. Il suo più grande pregio è la serietà. E credo che questa sia la qualità migliore per un Presidente della Repubblica».
Fabio Baratella ammette che il tempo ha un po' sbiadito il suo ricordo: «Fu questione di pochi minuti, qualche battuta, nulla di più. L'impressione che mi lasciò è che fosse una persona eccellente, tanto che nei giorni scorsi con gli amici avevo pronosticato la sua elezione e, per una volta, ci ho azzeccato».
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