Anziana inferma costretta a vivere nella spazzatura

Venerdì 29 Agosto 2014
Anziana inferma costretta a vivere nella spazzatura
Cinquanta metri cubi di immondizia. Queste le cifre che circolano tra i vicini dopo l'intervento dei carabinieri. Un cumulo di rifiuti in casa. È così che secondo i primi riscontri investigativi vivevano madre di 72 anni e figlia di 34, in un condominio di San Martino di Venezze. Sono stati i condòmini, stanchi dell'odore che avvertivano da tempo, a chiedere l'intervento dei carabinieri.
Non è stato semplice per i militari avere accesso all'appartamento. È servita anche la mediazione di un'assistente sociale che però pare non abbia voluto mettere poi piede in casa. «All'inizio la giovane - racconta il sindaco Vinicio Piasentini - diceva che era colpa delle fogne, ma alla fine si è convinta ad aprire». La scena è stata - a detta dei testimoni - incredibile. Cumuli e cumuli di rifiuti. «Adesso per pulire - racconta Simone Tocchio, uno dei vicini - metteranno uno scivolo che dall'appartamento al primo piano porterà a un contenitore a terra, è impensabile fare avanti e indietro per le scale». Le operazioni di bonifica dovrebbero scattare oggi in mattinata e non saranno immediate. «Ci vorranno alcuni giorni - conferma il sindaco - e non sarà un intervento economico». Sarà necessaria una prima disinfezione, poi la rimozione dell'immondizia, poi una seconda disinfezione.
Una storia incredibile. Tanto più che nessuno ha ancora aperto il garage. Il sindaco ha avuto ieri le chiavi di casa. La situazione potrebbe essere seria anche nel locale di servizio al piano terra. «Pare ci sia un muro di sacchi di immondizia - racconta Alessandro Tenan, il vicino la cui segnalazione, sabato, ha portato all'intervento - Tanto da consentire alla ragazza di appoggiare appena la bici e di chiudere la basculante».
La 34enne è stata denunciata alla Procura con l'ipotesi di reato di abbandono di incapace. Pare - riferiscono i vicini - che la anziana madre da mesi non venisse vista fuori casa e che spesso restasse da sola nell'appartamento ridotto in quel modo. Dopo i primi accertamenti in ospedale a Rovigo è stata trasferita all'Iras, Istituto rodigino di assistenza sociale. La figlia dopo un colloquio ha deciso volontariamente di essere ricoverata in psichiatria a Trecenta. Il futuro è tutto da valutare. I vicini però sono pronti a fare quadrato per evitare un ritorno. E lo dicono con chiarezza: «Assolutamente no - dice Elisa, moglie di Simone - A settembre ci sarà la riunione e ne parleremo con l'amministratrice. Ma non vogliamo che quella ragazza torni. Qui ci sono cinque bambini e siamo preoccupati».
Ma come è stato possibile arrivare a una situazione del genere? Allo stato sono possibili solo ipotesi. Pare che la giovane attraversasse un periodo di difficoltà. Qualche anno fa aveva subito un lutto devastante. La perdita del compagno, un 36enne morto in un tragico incidente stradale. Le cronache se ne erano occupate.
Era da circa due anni che i residenti avvertivano cattivo odore. «Ma la situazione era nettamente peggiorata nell'ultimo mese», spiega Elisa. C'era stata anche qualche discussione. Ma nessuno si sarebbe atteso una situazione come quella portata alla luce dal sopralluogo dei carabinieri. «Vogliamo ringraziarli - concludono i vicini - Hanno avuto grande professionalità e sensibilità».
Da oggi al via le operazioni di bonifica e recupero dell'appartamento. Non sarà un lavoro breve.
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