L'ideologo Faccia vuole gli ispettori della Croce Rossa

Mercoledì 23 Aprile 2014
Ha preso atto con soddisfazione della scarcerazione degli altri venetisti ma non intende fare nessun passo indietro. L'ideologo del gruppo secessionista Luigi Faccia va avanti per la propria strada. L'ha confermato senza giri di parole ad uno dei suoi difensori, il penalista Alessandro Zagonel, che l'ha incontrato nel carcere San Pio X di Vicenza. Faccia ribadisce il suo status di "prigioniero di guerra" e non riconosce l'ordinamento giuridico dello Stato italiano. Dopo aver rinunciato al Tribunale del Riesame non presenterà alcuna istanza ai giudici bresciani. Ma si rivolgerà direttamente agli organismi internazionali. Oggi i suoi avvocati (oltre che da Zagonel è assistito dal trevigiano Andrea Arman) invieranno una richiesta di intervento ai vertici della Croce Rossa Internazionale, che ha sede a Ginevra. Chiederanno l'invio di ispettori della Cri a Vicenza. Con un duplice obiettivo: quello di verificare le condizioni di salute di Faccia, detenuto in regime di isolamento ormai da venti giorni, e quello di accertare la possibile violazione dei diritti umani. Secondo Faccia con la carcerazione decisa dall'autorità giudiziaria bresciana non sarebbe stato rispettato il principio di autodeterminazione del popolo veneto. «Il nostro assistito - spiega Zagonel - ritiene che questo principio di diritto internazionale sia superiore a quanto previsto dall'articolo 5 della Costituzione, che definisce unica e indivisibile la nostra Repubblica. Faccia continua a dichiararsi non violento. Ritiene però indispensabile l'intervento degli ispettori della Croce Rossa internazionale in Veneto, dove sono evidenti i rischi di una sommossa che potrebbe assumere connotazioni violente».
L'istanza è stata redatta con la collaborazione di esperti di diritto internazionale e tradotta sia in inglese che in francese. La lingua italiana non è infatti riconosciuta tra quelle ufficiali da parte della Croce Rossa internazionale.
I tempi della possibile scarcerazione dell'ideologo dei venetisti sembrano quindi destinati ad allungarsi, a meno di una retromarcia dei giudici bresciani, che non hanno però più alcuna competenza dopo il trasferimento dell'inchiesta a Padova. «Faccia - ribadisce l'avvocato Zagonel - non chiederà nulla. Deve essere lo Stato italiano a fare marcia indietro, riconoscendo di aver sbagliato nel mettere in carcere persone con accuse così gravi».