«Casette per i nomadi, un bilancio fallimentare»

Mercoledì 23 Luglio 2014
(L.M.) Abitazioni consegnate a maggio 2012 alle famiglie nomadi in via Lungargine San Lazzaro, a pochi passi da via Loghin, per la quali mai è stato versato un euro di affitto. Nonostante si trattasse di canoni molto agevolati a una media di 30 euro al mese. Casette per 15 famiglie che ad un anno dalla consegna hanno avuto bisogno di manutenzione, per sistemare porte e davanzali distrutti. Un progetto da 102 mila euro l'anno per integrazione scolastica, sempre a partire dal 2012, e che nelle intenzioni della precedente amministrazione avrebbe dovuto chiudersi nel 2015 e del quale ha usufruito un unico bambino rom. Altri 74 mila euro per la facilitazione linguistica e 30 mila circa per la gestione del campo nomadi dal punto di vista igienico sanitario, la riqualificazione del campo stesso ed un laboratorio sartoriale dedicato alle donne. Questa la fotografia tracciata per il campo nomadi, realizzato con un investimento di 450mila euro, dall'assessore ai Servizi Sociali Alessandra Brunetti.
«È un bilancio fallimentare, c'era un accordo tra amministrazione e nomadi, ma l'accordo va rispettato da ambo le parti. L'amministrazione ha fatto la sua parte, gli operatori che ringrazio si sono impegnati - spiega Brunetti - ma a fronte del grande impegno della collettività il risultato, cosa che mi amareggia molto, è praticamente nullo. Una sola famiglia ha versato l'affitto ed un solo bambino frequenta regolarmente la scuola».
Un grosso impegno economico che, nelle intenzioni, serviva anche a mantenere uno standard sanitario buono con controlli a disposizione dei nomadi, un servizio di asporto dei rifiuti e altre iniziative che non hanno però sortito effetti positivi.
«È in corso un'attenta valutazione della situazione, considerata la situazione globale del campo nomadi e - continua l'assessore - come è emerso recentemente dalle cronache, che il campo di via San Lazzaro era utilizzato come base logistica per il Veneto dalla banda di rapinatori». Circa un mese fa infatti era scattato un blitz al campo che aveva condotto in carcere 15 persone mentre per altri 3, erano stati decisi gli arresti domiciliari. Una situazione che l'amministrazione sta analizzando sotto il profilo della sicurezza e degli stanziamenti per decidere il futuro del campo di via Longhin.

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