Zanetti: «Lo spazio per Scelta Civica c'è»

Venerdì 31 Ottobre 2014
Scelta Civica va a congresso. Il partito che Mario Monti fondò quasi due anni fa sembra deciso a restare in vita, nonostante gli addii di esponenti illustri come Andrea Romano, l'ex capogruppo alla Camera che ha recentemente aderito al Pd. E a tentare il rilancio del partito - il segretario uscente Renato Balduzzi è stato eletto al Csm - potrebbe essere un parlamentare veneto: Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia, candidato alla segreteria nazionale del partito. Il congresso si terrà entro i primi di dicembre.
Onorevole Zanetti, ma c'è ancora spazio politico per Scelta Civica, non ve l'ha mangiato Renzi?
«Secondo noi lo spazio politico esiste eccome: il vero bipolarismo è quello tra innovatori e conservatori, più che tra centrodestra e centrosinistra. Il Pd, in questo momento, è un partito che ha al proprio interno entrambe le anime, e lo si vede molto bene, mentre altri partiti si collocano in modo chiaro sul versante della conservazione, da sinistra ma anche dal centro e dalla destra: Ncd e Udc sono formazioni fortemente conservatrici, come Forza Italia del resto. Il Pd ha una componente riformista, noi dialoghiamo con quella, però riteniamo possa essere più interessante per gli elettori l'offerta di un partito come Scelta Civica, cento per cento libero e riformista, e zero per cento sia berlusconiano che Cgil.
Dividere il mondo tra innovatori e conservatori, è quanto mai renziano. Cos'è che vi differenzia da Renzi?
«La parte renziana del Pd è sicuramente quella più vicina, ma non si sovrappone a noi. Non solo perché non siamo un partito strutturalmente di centrosinistra. Ma perché quando si entra nel merito delle riforme, quando si tratta ad esempio di disboscamento di partecipate pubbliche, nel Pd c'è un fronte unico contrario, mentre un movimento come il nostro propone soluzioni radicali. Stessa cosa quando proponiamo riforme radicali del rapporto tra fisco e contribuenti. O quando chiediamo di far pagare di più le pensioni d'importo elevato nella parte non coperta da contributi versati. Noi siamo riformista pura, senza i compromessi cui è costretto il Pd.
Sarà una corsa a due per la segreteria, pare: si candida anche l'onorevole Irene Tinebra.
«Spero che le regole congressuali siano più aperte possibili, è fondamentale se vogliamo rilanciare questo partito e arrivare tra un anno a fare un congresso più ampio, dopo un buon lavoro sui territori, rimettendo in discussione la leadership e anche il nome del partito. Io propongo per il partito la formula movimentista dei circoli, territoriali o di progetto. Dobbiamo andare tra la gente, non ci interessa un deputato in più o in meno».

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci