Thiene, i sequestratori non parlano

Venerdì 30 Gennaio 2015
VICENZA - Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i tre arrestati - un padovano e due rodigini, padre e figlio - per il tentato sequestro di un ragazzino di 13 anni Thiene a scopo di estorsione, sventato due giorni fa dai carabinieri del Ros. Nel mirino era finito il nipote di Bernardo Bassan, "re" della distribuzione di bevande.
L'udienza di convalida è durata in tutto meno di un'ora e i tre arrestati, Massimo Silvestrin, 40 di Este, Gianfranco Gallani 63 anni di Occhiobello e il figlio Antonio, di Ferrara, sono rimasti in carcere.
La scelta di non rispondere alle domande del gip del Tribunale di Vicenza sarebbe stata fatta in attesa che i difensori disegnino una strategia a fronte di un quadro indiziario che in questa fase risulta già pesante. Giovedì scorso, Stefania Paggin, originaria di Vicenza ma residente da tempo a Rovigo che avrebbe dovuto essere la "carceriera" del piccolo ed è indagata per il tentativo di sequestro, si era presentata prima in Questura e poi al comando provinciale dei carabinieri. Qui aveva messo a verbale un lungo interrogatorio nel quale spiegava di essere stata contattata da un amico e poi direttamente da Massimo Silvestrin.
Questi le avevano proposto di partecipare ad un sequestro di persona. La gravità della posizione dei tre sarebbe suffragata prevalentemente da numerose intercettazioni telefoniche riguardanti le fasi operative del piano che avrebbe dovuto fruttare un paio di milioni di euro. Ora la Procura di Venezia, competente per il tipo di reato, è intenzionata a chiedere il giudizio immediato.
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