Salvini riempie la piazza «L'alternativa a Renzi c'è»

Domenica 1 Marzo 2015
ROMA - Quindici anni dopo la grande manifestazione di Bossi, la Lega riempie ancora piazza del Popolo. «Oltre trentamila persone» conta la polizia, che di solito con le presenze leghiste è molto prudente. La piazza piena, le bandiere di San Marco e quelle padane affratellate al tricolore italiano, e Matteo Salvini galvanizzato. La prova di forza della Lega è riuscita in pieno, la leadership del centrodestra non si discute nemmeno più, il messaggio a Berlusconi arriva chiaro: «L'alternativa a Renzi siamo noi. A Forza Italia porte aperte, purché scelga noi e molli Alfano, ministro dell'invasione clandestina» tuona Salvini tra gli applausi.
Messaggio chiaro anche all'interno della Lega: oltre a Salvini, parla solo Luca Zaia, e l'alleata Giorgia Meloni, di Fratelli d'Italia. Per tutti gli altri, sono solo «vaffa»: un «vaffa» a Matteo Renzi, uno ad Angelino Alfano, uno all'ex ministro Elsa Fornero e alla sua riforma delle pensioni che «mi prendo l'impegno di cancellare» ed un grande striscione con la scritta «Berlusconi politicamente morto, meglio soli». Così va il giorno della grande manifestazione della Lega Nord a Roma («Renzi a casa») e della sfida di Matteo Salvini al premier «servo sciocco di Bruxelles».
Ad accogliere le parole di Salvini non ci sono solo militanti della Lega, giunti a Roma con i pullman organizzati dal partito, ma anche migliaia di simpatizzanti arrivati dal Centro e dal Sud Italia. Salvini parla mezz'ora e tocca tutti i suoi temi forti: l'aliquota unica del 15% per il fisco; il no alla guerra in Libia; lo stop all'embargo contro la Russia. Calca la mano su politiche per la sicurezza e lotta alla immigrazione. Riceve l'ovazione della folla, nella quale sono presenti molti esponenti di destra e dell'estrema destra. Iil segretario del Carroccio «apre» alla partecipazione di Casapound e di gruppi di estrema destra. Una presenza che crea perplessità anche tra gli stessi leghisti, perplessità, in ogni caso, «zittite» dal successo della manifestazione. «Non chiedo la carta d'identità a chi partecipa», ripete Salvini. E dal palco Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, sottolinea che «quella di oggi è una manifestazione di tutte le opposizioni al governo Renzi che sarà replicata il 7 marzo a Venezia». Quanto al centrodestra - chiosa la Meloni - «sarebbero opportune le primarie». Zaia, invece, rinfaccia a Renzi le tasse aumentate per continuare a ingrassare gli sprechi, la politica centralista e nemica delle autonomie, «gli 80 euro dati per vincere le elezioni, tanto poi ce ne ha presi 160 con l'altra mano».
Per Salvini, le polemiche su destra e alleanze servono solo a distogliere l'attenzione. «Renzi è uno strumento di sinistra a disposizione di chi vuole annientare l'economia dell'Italia. È una pedina, il servo sciocco a disposizione di Bruxelles».
Quella di Salvini è sfida aperta al premier: «Lui - incalza Salvini - ha scelto Confindustria, Autostrade, Marchionne, le società di gioco d'azzardo e Equitalia». «Noi» preferiamo «l'Italia dei piccoli, dei medi, degli artigiani, degli imprenditori». È da Roma che «parte la sfida per conquistare il Paese».
Un «vaffa» se lo becca anche l'ex ministro Elsa Fornero. «Prendo con voi un impegno: cancelleremo la legge Fornero e vaffanculo a lei e chi l'ha portata al governo», urla Salvini dal palco dove è presente un gruppo di «esodati». Un altro «vaffa» è per il ministro Alfano, «ministro dell'invasione clandestina». Vaffa, vaffa, canta la folla.
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