Renzi tira dritto: priorità chiare non accetto lezioni

Mercoledì 27 Agosto 2014
ROMA - Le risorse sono poche e la «stagione è difficile». Ma Matteo Renzi non si perde d'animo, convinto di accelerare la «svolta riformatrice» del governo con il pacchetto di misure che approderanno nel consiglio dei ministri di venerdì prossimo. «Abbiamo ben chiare le priorità, non accettiamo lezioni», è la secca risposta del premier a chi gli ricorda che invece di "perder tempo" con la riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, avrebbe dovuto fare per prime le riforme economiche, quelle che anche l'Europa e i mercati attendono. Ma Renzi non cambia idea. Ed in cima alle sue urgenze c'è la riforma della scuola, un «grande patto formativo» con il paese, come l'ha definito incontrando i vertici del Pd.
A tre giorni dal consiglio dei ministri, sono ancora aperti i dossier sulla giustizia, sullo Sblocca-Italia e sulla scuola. Il premier sta incontrando i ministri competenti e anche i partiti della maggioranza, a partire dal Pd. Ma, alla fine sarà lui a decidere che cosa e come saranno approvati i provvedimenti.
L'orizzonte del governo è il «mandato di legislatura», non una corsa di pochi mesi, per riuscire a cambiare «l'assetto dell'Italia». La strada per fare nuova l'Italia si chiama programma dei Mille Giorni, non «un rallentamento - attacca il premier scrivendo ai militanti alla vigilia dell'apertura della Festa nazionale dell'Unità - come hanno voluto leggere i soliti noti» ma un'agenda che punta ad una rivoluzione politica, culturale ed economica.
Giustizia, Sblocca-Italia e scuola sono i primi tre capitoli dei mille giorni. Sulla giustizia, il ministro Andrea Orlando si è preparato sia per riformare la parte civile sia quella penale, prescrizione e intercettazioni incluse. Ma, spiegano fonti di maggioranza, è probabile che venerdì sarà approvata la parte sul civile con cui il governo dichiara guerra alla mole di procedimenti arretrati. E punta ad attrarre investitori anche stranieri affrontando quella lentezza della giustizia da sempre sotto i riflettori. L'altro macro-capitolo è lo Sblocca-Italia, un provvedimento molto corposo stando alle bozze girate, e anche smentite, da Palazzo Chigi, che punta a rimettere in moto cantieri fermi e a semplificare procedure e burocrazia. Ma è la scuola il pallino di Renzi. La riforma, però, sarà varata solo nelle linee guida per poi aprirsi per un paio di mesi alla consultazione di insegnanti, studenti e cittadini.
Ed è il nodo delle risorse a preoccupare Renzi. La giornata decisiva per arrivare alla definizione delle misure che saranno contenute nello Sblocca Italia, e relative coperture, sarà giovedì, quando il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il regista del provvedimento, si siederà al tavolo con il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. Con cui non c'è stata, assicura lo stesso Lupi, nessuna polemica, e nemmeno con il premier Matteo Renzi: venerdì quindi si arriverà «a presentare la declinazione dei punti dello sblocca Italia con le coperture» che potranno però essere spalmate in parte anche nella legge di stabilità. E proprio del percorso della prossima manovra si è iniziato a ragionare al Tesoro in una riunione tra Padoan e i suoi uomini. A "traslocare" a ottobre, nella legge di Stabilità, potrebbe essere, ad esempio, la stabilizzazione dell'ecobonus, per il quale si sta valutando di allargare la platea anche ad alberghi, hotel e imprese, oltre che agli interventi di messa in sicurezza anti-sismica, per bonifiche dell'amianto, per la riqualificazione energetica di interi edifici e edilizia sociale. Il rinnovo sia dell'ecobonus al 65% che del bonus ristrutturazioni al 50%, è tra le priorità indicate dal ministero delle Infrastrutture. Le agevolazioni hanno portato ad oggi a 5 miliardi di gettito Iva, contro le stime iniziali di 2 miliardi. «Lo Sblocca Italia e la legge di stabilità viaggiano parallelamente. Può essere - ha rilevato Lupi - che una parte delle coperture sia anticipata nello Sblocca Italia e un'altra parte scatti al primo gennaio 2015. Lo Sblocca Italia mira prevalentemente alla burocrazia».
E infatti al centro del provvedimento ci sarà la sburocratizzazione (a costo zero) per favorire la partenza dei lavori di infrastrutture chiave, che già sono state finanziate ma che non riescono a mettersi in moto. Tra queste, l'autostrada Valdastico Nord (A31) di raccordo tra Veneto e Trentino, attualmente bloccata per l'opposizione della provincia autonomia di Trento.

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