Renzi: Raiway non si tocca E parte la rivoluzione per i tg

Venerdì 27 Febbraio 2015
Renzi: Raiway non si tocca E parte la rivoluzione per i tg
ROMA - Primo punto fermo: il 51% di Raiway non si tocca Secondo punto fermo: la riforma del servizio pubblico va avanti. Primo passo è l'approvazione del piano di riordino dei tg che ieri ha avuto il via libera del cda di viale Mazzini. L'Opas di Mediaset sul 100% della spa che controlla le Torri da cui parte il segnale è finita sotto il controllo del board. «Il governo ha messo delle regole sulla quotazione di Raiway , regole che non intende modificare», ha chiarito Matteo Renzi. Oggi il premier ha convocato i parlamentari dem per stringere i tempi sul ddl e arrivare entro l'estate ad una nuova governance, per riscrivere le regole e la missione della «nuova» Rai.
Che non sarà una fotocopia della BBC inglese ma più probabilmente una governance duale, con un consiglio di gestione ristretto e un amministratore delegato operativo e con pieni poteri. Entro due settimane il disegno di legge arriverà in consiglio dei ministro per poi seguire una corsìa preferenziale. Renzi a questo proposito ha giudicato «molto interessante l'apertura di Grillo sulla Rai, se c'è un argomento su cui lo ascolterei è proprio questo». E Fico ha rilanciato: «pronti al dialogo per rendere la Rai indipendente».
Soddisfatto il direttore generale di viale Mazzini, Luigi Gubitosi, per l'approvazione del piano (con cinque voti favorevoli e tre quelli di Antonio Verro, Guglielmo Rositani e Rodolfo De Laurentiis del centrodestra) che porta la sua firma: «Dopo 35 anni finalmente si riesce a cambiare, cade un muro invisibile ma storico». Critiche dall'Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti. A regime il piano porterà risparmi tra i 70 e i 100 milioni. Prevede l'accorpamento delle testate giornalistiche e la nascita di due newsroom che in una seconda fase si fonderà in una sola. Sarà poi il prossimo consiglio a mettere in pratica la riforma dei tg e a procedere alle nomine che Gubitosi non dovrebbe fare. La riorganizzazione è un colpo alla tripartizione tra Tg1, Tg2 e Tg3 che ha segnato la Prima Repubblica ed è rimasta in piedi, sia pure con caratteristiche diverse, nella Seconda. Il primo passaggio sarà la nascita di due "newsroom", una con Tg1, Tg2 e Rai Parlamento, l'altra con Tg3, Rainews24 e Tgr (che si unirebbe solo in una seconda fase). Ma sono in tanti in ambienti governativi e aziendali a ritenere che il prossimo vertice possa optare direttamente per una redazione unificata.
Per il direttore generale la semplificazione «permetterà di fare più cose e dare maggiore qualità». La presidente della Rai Anna Maria Tarantola ha telefonato al presidente della commissione di Vigilanza Roberto Fico per annunciare l'esito del voto (3 i consiglieri contrari, Verro, De Laurentiis e Rositani). Il cda, che si è riunito a Milano, ha quindi affrontato il caso Raiway anche se nessun comunicato al termine della seduta è stato emesso. E ora? In attesa che si compia «l'implementazione«, la riorganizzazione e la valorizzazione degli immobili, compreso la bonifica del palazzo di viale Mazzini, Gubitosi lavorerà al bilancio, ultimo atto prima di lasciare a luglio la poltrona ai successori.
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