Primarie Pd: Renzi frena la minoranza

Martedì 3 Marzo 2015
ROMA - Da oggi «tutti al lavoro» con Vincenzo De Luca. Come anche nelle Marche dove l'ex sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli ha vinto le primarie battendo con il 52,53% dei consensi l'assessore regionale al Bilancio Pietro Marcolini, come lui del Pd, che si è attestato al 46,11%. All'indomani delle primarie in Campania, è questo l'input che arriva da Matteo Renzi al Pd: non mettere in discussione la candidatura dell'ex sindaco di Salerno. Il partito appare spiazzato da un successo tutt'altro che scontato, giunto al termine di un percorso travagliato. Nelle ore in cui De Luca annuncia una «rivoluzione democratica» e rivendica di non essere espressione «dell'apparato», le reazioni dei Dem di ogni colore sono fredde. Ma ai gazebo non si sono registrate irregolarità «patologiche», certifica Lorenzo Guerini. Con De Luca, aggiunge, si avvierà adesso «un lavoro corale di tutto il partito e della coalizione» per vincere le elezioni regionali. Ma la vittoria, è la consapevolezza, potrebbe essere azzoppata e De Luca subito sospeso dall'incarico a norma di legge Severino. La partita campana non spegne, intanto, le polemiche tra maggioranza e minoranza del partito. A rinfocolarle è Roberto Giachetti che sostiene che la sinistra dem «ricatta Renzi» e resta nel Pd per visibilità. «Sono preoccupato - sbotta Gianni Cuperlo - È questo che vuoi, Renzi? Liberarti di un pezzo di partito? Cacciare gli eretici?». L'ex sfidante si appella al premier e assicura di non voler lasciare il Pd, a meno che non virasse a destra, perché non lo sentirebbe più come la sua casa. Renzi apprezza le sue parole e interviene a placare gli animi: nessuno pensa a epurazioni nel Pd ed è bene che nessuno dica di volere scissioni. Ciascuno, è l'invito, esprima le proprie idee nel rispetto reciproco.
De Luca è condannato in primo grado per abuso d'ufficio e perciò un minuto dopo l'elezione potrebbe essergli notificata la decadenza. È per questo che fin d'ora l'ex sindaco non solo annuncia che farebbe immediatamente ricorso al Tar, ma prova subito a chiedere al Pd qualcosa in più: cambiare la Severino. Richiesta, spiegano esponenti della segreteria Pd, che difficilmente potrà essere accolta. Anche se la Serracchiani ha dichiarato che bisogna rivedere il funzionamento di quella legge, mentre Renzi ha garantito che quelle norme non si toccano.

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