Ora i Pm devono decidere se indagare (e interrogare) i "sostenitori"

Martedì 29 Luglio 2014
Il memoriale difensivo di Galan è arrivato ieri in Procura a Venezia e i magistrati che indagano sul "sistema Mose" stanno valutando se e come sentire gli imprenditori che, secondo quanto riferito da Giancarlo Galan, avrebbero contribuito "in nero" alla campagna elettorale del 2005 per la sua ri-elezione alla presidenza della Regione. Il lungo tempo trascorso dai versamenti ha fatto in modo che l'eventuale finanziamento illecito ai partiti sia ormai prescritto (la prescrizione scatta dopo 6 anni, che diventano 7 e mezzo nel caso in cui intervenga qualche atto interruttivo, come ad esempio il rinvio a giudizio). Ciò nonostante, se la Procura decidesse di ascoltare gli imprenditori per avere conferma della versione fornita da Galan, dovrà prima iscriverli sul registro degli indagati e convocarli alla presenza dei rispettivi difensori.
Galan ha riferito l'episodio di questi finanziamenti con l'obiettivo di screditare la sua ex segretaria, Claudia Minutillo che, a suo dire, si sarebbe appropriata dei contributi versati da due di questi imprenditori. Le ammissioni di Galan, finalizzate a rafforzare la versione difensiva, rischiano però di diventare un elemento utile alla pubblica accusa: in qualche modo confermano, infatti, la circostanza che la Minutillo si occupava di raccogliere i soldi per conto del Governatore (in parte trattenendoli per sè, in parte facendoli arrivare al destinatario finale). Inoltre pongono inevitabilmente un interrogativo: è credibile che l'allora presidente della Regione si sia fatto finanziare soltanto nel 2005? Tanto più che è lui stesso a dichiarare che così facevano tutti.
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