«Mi chiesero se volevo soldi anch'io come la Minutillo»

Venerdì 1 Agosto 2014
VENEZIA - La segretaria che subentrò alla Minutillo conferma le accuse di Galan. È la vicentina Giorgia Pozza, che aveva cominciato a lavorare nella sede regionale di Forza Italia nel 2000, allevata alla scuola di Lia Sartori, dal 1999 europarlamentare. Quando nel 2005 si creò il problema di sostituire Claudia Minutillo, Galan fece ricorso a lei. Giorgia Pozza della Minutillo non ha offerto una descrizione edificante. «L'ho conosciuta nel 2000-2001 presso la sede di Forza Italia. Quando cessa il suo incarico come assistente del presidente Galan, io la sostituisco. La Minutillo era molto accentratrice, mentre io facevo un lavoro di gruppo».
La rottura del 2005 con la Minutillo fu netta, secondo la testimone. «Lei ha chiuso quasi del tutto i rapporti con gli altri collaboratori di Galan, non li ha più avuti da allora. Prima del mio arrivo so che erano molto tesi, non era amata nell'ambiente». Una parabola di potere. «Io che l'ho vista dal 2000 in poi, dal punto di vista caratteriale, dell'abbigliamento e del suo tenore di vita, la Minutillo è via via "peggiorata". Era sempre ben vestita, usava sempre capi griffati. Il suo stipendio mensile si aggirava intorno ai 2000 euro, quindi aveva un tenore di vita molto più elevato».
Come si giustificava? «Diceva che suo marito era molto ricco, avendo fatto degli investimenti in Egitto». I difensori di Galan hanno cercato prove di una gestione interessata dell'agenda del presidente. Èla Pozza a parlare di un avvocato osteggiato. «Ricordo che una volta un avvocato di nome Gian Andrea Rizzieri, dopo essere stato a colloquio con Galan, mi ha detto, forse a mo' di battuta, se doveva pagare anche me come faceva la Minutillo per aver ottenuto l'appuntamento. Da ciò ho dedotto che fosse solita farsi pagare dagli imprenditori quando chiedevano un appuntamento». E conferma che Galan si lamentava perchè Andrea Mevorach non lo aveva aiutato nella campagna elettorale. «Sì, ho sentito Galan dire questo quando gli comunicavo che Mevorach mi aveva contattato per fissare un appuntamento con lui: posso dire che sbuffava e si esprimera con espressioni del tipo "non me gà gnanca aiutà per la campagna elettorale"».
G.P.

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