Liga, il giorno della verità Le 5 ipotesi per il Federale

Lunedì 2 Marzo 2015
Liga, il giorno della verità Le 5 ipotesi per il Federale
Sarà una partita a scacchi. Oggi il Consiglio Federale della Lega Nord convocato a Milano dovrà affrontare e risolvere il caso Veneto, diventato ormai il caso Tosi, per porre fine allo scontro che sta spaccando il partito, con il rischio di far perdere alla Lega la Regione. Oggi può capitare di tutto, tenendo presente che in ogni caso a giugno la segreteria veneta scade e si andrà al congresso. Alla vigilia le ipotesi sono: 1) commissariamento della sola segreteria, 2) commissariamento del Consiglio nazionale e di tutti i direttivi provinciali, 3) nomina di una commissario ad hoc per le elezioni, sfilando a Tosi ogni competenza: gira il nome dell'eurodeputato veronese Lorenzo Fontana, 4) provvedimento disciplinare (espulsione, sospensione, declassamento), 5) accordo in extremis, l'ipotesi meno probabile.
Da Verona, ieri, il giorno dopo la manifestazione di Roma che ha consacrato la leadership di Zaia (dal Veneto erano almeno 1.500 nella capitale), il segretario della Liga, Flavio Tosi, ha scelto di irrigidire il braccio di ferro, sia con Zaia che verso Salvini. Nei confronti del governatore, conferma che squadra e schema di gioco per le Regionali (liste, alleanze, candidati) devono essere quelli indicati da lui e votati dalla maggioranza del Nazionale il 14 febbraio: «Decide il Consiglio della Liga, il problema l'ha creato Milano che vuole decidere al posto nostro, violando lo Statuto». Tosi così rilancia le condizioni che ha posto: via libera ad una sua lista (d'altra parte non ha costituito la Fondazione e i Fari per limitarsi a un po' di dibattiti), niente limite dei due mandati per i consiglieri, niente leghisti nella lista del governatore. Paletti che legherebbero le mani a Zaia. Quest'ultimo, a maggior ragione dopo il successo di Roma, non ci pensa proprio a farsi gestire la campagna elettorale da Tosi. Vale quel che vale la precisazione del sindaco scaligero di «non aver mai messo in discussione Zaia». Come se, ribatte un colonnello del presidente del Veneto, non fosse un atto ostile pretendere di stabilire le condizioni, tagliandolo fuori: «Qui il discorso va rovesciato: stiamo parlando del segretario del partito, quello che dovrebbe essere il principale sostenitore di Zaia, non quello che gli crea problemi».
Quanto al segretario federale Salvini, anche ieri Flavio Tosi gli ha fatto pelo e contropelo sulla strategia - finora vincente - per le alleanze nazionali nel centrodestra, dopo avegli ricordato che «sono stati disattesi i patti nei suoi confronti». Infatti, se Salvini sabato dal palco della capitale, ha ribadito che «rispetto ad accordi con Forza Italia vedremo, ma mai con Ncd che sostiene Renzi», il segretario veneto ha indicato la via opposta: «Dire sì a Fi e no a Ncd è strumentale. Bisogna mettere insieme tutti, Passera, Alfano, Berlusconi, Fitto. Altrimenti spostandoti tutto a destra, regali il Paese a Renzi per 20 anni».
Ma oggi il nodo veneto arriva al pettine. Su cosa accadrà al Federale, il segretario della Liga (stasera alle 21 sarà ospite di Antenna 3) non si sbilancia: «Niente di particolare, se tutti vogliono trovare una soluzione di buon senso e se si rispetta lo Statuto - dice Tosi - Ma se si passasse sopra la Liga, in tal caso convocherò il Consiglio nazionale». Sabato, dopo la manifestazione, Tosi si è fermato a parlare con Roberto Maroni: il suo peso si farà sentire nella riunione odierna.
La Liga, specie nelle ultime settimane, sta vivendo una situazione che non può durare a lungo, con un governatore ricandidato messo in difficoltà dalla dirigenza veneta il cui leader è ormai delegittimato e sconfessato da molti esponenti. C'è un gruppo più duro (Bitonci, Marcato, ed altri) che chiede pubblicamente l'espulsione di Tosi sostenendo che, statuto alla mano, da tempo Tosi è «già fuori del partito, per aver varato un altro soggetto politico (Il Faro, più Passera e Alfano) che vuole mettere in pista alle Regionali anche contro Zaia, per gli attacchi al governatore, l'insubordinazione a Salvini e una serie di altre violazioni dello Statuto». Un altro gruppo spinge invece per un risultato meno personale e più politico, la nomina di un commissario ad hoc per le elezioni (sfilando a Tosi l'intera competenza) o un vero commissariamento della segreteria da oggi al congresso «per fermare una gestione lacerante e divisiva». Comunque vada, si profila una soluzione che non sarà indolore.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci