Lega in piazza a Roma pensando al caso Veneto

Sabato 28 Febbraio 2015
«Tutti i militanti della Lega scendano in piazza per protestare contro questo governo ignobile, ma anche per manifestare convinto sostegno al nostro unico candidato presidente del Veneto, Luca Zaia». Dell'appello di Federico Caner, capogruppo della Liga Veneta in Regione, non avevano certamente bisogno le migliaia di leghisti che hanno già organizzato la partenza per Roma, per la grande manifestazione «Renzi a casa», prova di forza di Salvini nella corsa alla leadership del centrodestra e apertura della campagna per le elezioni regionali, che ieri Renzi ha annunciato si svolgeranno «probabilmente il 10 Maggio».
A Roma, oggi, ci sarà anche, forse con meno entusiasmo, Flavio Tosi, che dopo aver snobbato l'evento adducendo i suoi impegni da sindaco, ha fatto sapere che ci sarà. «Va a farsi fischiare», annunciano i suoi. Ma non è un sacrificio, è parte di una strategia precisa. In caso di provvedimenti disciplinari, lui che ne ha fatto un uso massiccio contro legioni di dirigenti e militanti veneti, è deciso a impersonare il ruolo, per lui inedito, della vittima.
La resa dei conti sarà lunedì, in Consiglio Federale, l'organo che avrebbe, teoricamente, il potere di commissariare la Liga, o di sospendere o espellere Tosi. Ieri Roberto Maroni avrebbe tentato una mediazione chiedendo un imprecisato «passo indietro» di Tosi in cambio di un «accordo sulle candidature». La risposta, dal Veneto, è stata secca: «Roberto, guarda che qui non c'è nessuna lite tra veneti, tra Tosi e Zaia. Qui c'è semplicemente un segretario della Liga Veneta che lavora contro il suo partito, e bisogna fermarlo o va tutto a puttane». Maurizio Bitonci, l'altra sera, è stato lapidario: «Tosi non è più il mio segretario, le sue convocazioni sono nulle». Come lui la pensano in molti che avevano sostenuto il sindaco di Verona e che adesso hanno il dente avvelenato: «S'è mai visto un segretario che fonda un altro partito, che minaccia di candidarcisi contro, che va a Roma a trattare con altri per farci perdere le elezioni? Basta, Tosi ha espulso molti per fatti cento volte meno gravi». Giancarlo Gentilini lo dice alla sua maniera: «Tosi adesso sta rompendo le palle. Per lui ci vuole una purga leghista, non so se all'olio di ricino o all'extravergine di oliva».
Nella Liga Veneta, dopo le uscite di Tosi contro Zaia, il correntone di Tosi frana. I dirigenti, fiutato l'umore della base, si sono «riposizionati» in fretta, le sezioni sono tempestate da militanti infuriati. La maggioranza di Tosi non esiste più tra la base e sopravvive solo, nominalmente, nel direttivo nazionale, dove a forza di espulsioni e commissariamenti il sindaco di Verona s'era blindato con 18 voti contro 4. Ma neppure un distacco così abissale lo mette al sicuro. «Ha convocato il direttivo giovedì prossimo per decidere le liste, ma anche se il Consiglio Federale lo lasciasse in sella, non so se avrà i numeri» sussurrano i suoi oppositori. Insomma, per loro, Tosi è già fuori dal partito. «Abbiamo pazientato fin troppo, lunedì il Consiglio Federale deve tagliare la testa al toro», è la richiesta che sarà posta a Salvini.
Nonostante le puntuali smentite del sindaco, molti in Lega restano convinti che Tosi si candiderà contro Zaia, con una sua lista, con l'appoggio di Alfano e di Passera. Smentite o no, è un fatto che questo scenario, che qualche mese fa sarebbe stato fantascienza, viene oggi analizzato e discusso nelle sezioni, la Lega ci commissiona sondaggi, i dirigenti contano chi sta con chi. Lo confermerebbero anche voci dal Ncd veneto, dove alcuni avrebbero già espresso la loro contrarietà e ribadito la lealtà al governatore e la disponibilità ad aderire personalmente alla lista Zaia. Con Forza Italia, invece, la trattativa è ferma in attesa che venga sciolto il nodo Tosi: ma Salvini ieri ha precisato che con Berlusconi non c'è nessun divorzio, e il delfino Giovanni Toti, ieri a Padova, s'è visto con numerosi dirigenti leghisti ai quali ha ribadito che a fare il patto con Tosi contro Zaia, Forza Italia non ci pensa proprio. Quindi Salvini lascerà probabilmente la decisione sulle alleanze a Zaia, e il patto con Fi in Veneto si potrà fare. Anche perché se si deve battere anche Tosi, un alleato aiuta.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci