Il trionfo di Tsipras «Il popolo ha battuto l'austerità»

Lunedì 26 Gennaio 2015
Il trionfo di Tsipras «Il popolo ha battuto l'austerità»
Poteva stravincere. Non sembra andata così. Infatti non esce a festeggiare Alexis Tsipras, mentre intorno a lui già lo celebrano come se fosse Allende anche se lui non espone il pugno chiuso - neanche quando i dati saranno certi - ma si limita a fare il segno della vittoria con le due dita: come un Churchill che non é. E non é neanche un tipo da bandana in testa che strepita ubriaco per la vittoria - Masaniello é napoletano e de Magistris non é Tsipras - ma un personaggio misurato. E anche un po' impaurito. A causa della maggioranza assoluta che ha quasi raggiunto - é al 36 per cento a spoglio ancora in corso - ma non ancora toccato con mano. E a causa dei problemi della vittoria che, non potendo governare da solo ma con una coalizione se i numeri non lo premieranno in pieno, saranno più difficili da affrontare. «Il popolo ha sconfitto l'austerità», sono comunque le sue prime parole. Ma perché le pronuncia nel chiuso della sede del suo partito, e non dal super palco rosso che é stato allestito in suo onore vicino al Parlamento e dove ci sono le tivvú di tutto il mondo già pazze di lui?
Forse perché questa vittoria annunciata é una vittoria ma una vittoria mutilata. Lui la vorrebbe più piena. La sente tutta ma non tuttissima e comunque non vuole infierire sul leader conservatore del governo uscente, Samaras, il quale gli telefona per fargli i complimenti e lui, il premier tra poche ore fa il magnanimo: «In politica si vince e si perde, ci sono gioie e sconfitte». La sua gioia é anche un po' quella di chi sa che le difficoltà della vittoria non sono minori delle pene della sconfitta. E infatti non sarà facile per lui mantenere le promesse a valanga che é andato facendo in campagna elettorale. Questa per esempio: riassumere buona parte dei dipendenti pubblici che il governo precedente non ha licenziato perché cattivo ma perché il vetero-assistenzialismo con cui ogni partito, di destra e di sinistra, ha riempito a di clientes lo Stato é un sistema anti-storico e non più sostenibile. Ma ecco che, prima di parlare pubblicamente, Tsipras si affaccia brevemente dalla finestra della sua sede e lí sotto in mezzo alla folla festante scorge due cartelli. In uno c'è scritto: "Buonanotte signora Merkel". In un altro si legge: "Stai calma e vai all'inferno, Ue". Tsipras sorride e fa ciao con la mano.
E intanto, però, a stravittoria non ancora acquisita e forse sfuggita perché dovrà fare un governo di coalizione almeno così parrebbe ma poi chissà, se conoscesse i versetti dialettali di Anonimo Romano (ossia di Maurizio Ferrara, papá di Giuliano, che li scrisse all'indomani del primo grande successo del Pci nelle elezioni del 1976) lo farebbe immediatamente suoi: "Amo vinto / e mo' che cazzo famo?". I suoi fan cantano e ballano Bella ciao, ma questo é folclore. Altro suoi fan, italiani, si sono infilati nella sua sede, e da un balcone hanno esposto una vecchia bandiera del Pci - sezione romana di Villa Gordiani - e dopo aver ricevuto gli applausi della folla sottostante hanno annunciato, per chi é riuscito a capirli: "Adesso annamo a fa' i coatti da un'altra parte". E cinque minuti dopo infatti espongono la stessa bandiera da un altro balcone. E incassano altri battimani. E pugni chiusi. Ma anche questo é folclore.
La sostanza é in queste parole di Tsipras: "L'Europa dei popoli ci guarda e crede in noi. Dobbiamo incarnare la speranza". O almeno essere testimonial - ma ci riuscirà una sinistra di tal fatta? - di una svolta per la quale l'euro non sia più la moneta che rappresenta l'ortodossia tedesca ma qualcosa di meno arcigno, di più flessibile, di meno vetero-europeista che faccia ripartire lo sviluppo in un continente che si sente senza più aria e nel quale soffrono gli imprenditori e soffrono i lavoratori. Ma ora il vincitore sta uscendo dalla sua sede e dice: "Con il voto storico di oggi il popolo greco ha dato un ordine molto chiaro. La Grecia volta pagina, abbandona l'austerità, esce dalla catastrofe, lascia la paura dietro di sé, supera cinque anni di sofferenze e chiude il circolo vizioso della vita impossibile e della povertà imposta". E ancora: "Il voto annulla l'accordo di austerità con la Troika che rappresenta il passato".
Non ha o non avrebbe la maggioranza assoluta, e i numeri che sembravano in crescita si sono fermati, ma un successo é un successo e in questo caso é schiacciante: "I greci - incalza - hanno mostrato all'Europa la strada del cambiamento". Parole di chi non si sente Che Guevara né Allende, anche se quello di Alba Dorata vorrebbero fargli fare più o meno la stessa fine del,presidente socialista cileno, e che già prova ad assumere il format dello statista responsabile sia pure radicale: "La Grecia presenterà ora nuove proposte. Un nuovo piano per i prossimi quattro anni". I problemi che avrà Tsipras saranno forse maggiori nella politica interna, dovendosi tra l'altro infilare nelle trattative per un governo di coalizione, e il partito alleato sarà probabilmente To Potami, piuttosto che a livello internazionale dove tutti - e alla Merkel glielo ha fatto capote anche Mario Draghi - sanno quanto occorre cambiare verso al rigorismo cieco e sordo. "Tutto quello che poteva sbagliare,l'Europa lo ha sbagliato": il mood del prossimo premier greco é questo ma avrà bisogno dell'Italia di Renzi e della Francia di Hollande, e loro di lui, perché queste posizioni non diventino soltanto sfoghi velleitari. E mentre lui ieri notte ha parlato di "giornata storica" e si é allargato un po' ("Oggi torna il sorriso sul sorriso dei greci"), i suoi molti consiglieri marxisteggianti o pseudo alternativi già cercano di spingerlo a un massimalismo nocivo per tutti. E intorno a lui che assume una responsabilità terribile, ci sono quelli che si fanno le canne. Quelli che ballano il reggae. Quelli che pensano di aver preso il palazzo d'inverno. Quelli che pensano "oggi in Grecia domani in Italia" ma soprattutto in Portogallo, dove si vota a novembre e vincerà lo Tripras iberico (Pablo Iglesias di Podemos). Quelli che, e qui qualche ragione ce l'hanno, vedono il pericolo rappresentato dall'avanzata di Alba Dorata e ogni disillusione prodotta dal governo Tsipras sarà benzina per il partito di estrema destra.
Quando si affaccia dalla finestra, le urla della folla sono tali che non si riesce quasi a sentire quello che Tsipras sta dicendo. E sta dicendo che "comincia una nuova era" e i suoi deputati sfilano tra la gente e alcuni sono piacenti e sembrano attori da film - Zorba il greco? - altri hanno l'aspetto da intellettuali da ceto medio riflessivo, altri ancora fanno il pugno chiuso e alcuni portano in trionfo il professor Yannis Milios, uno dei probabili nuovo ministri economici e vero mentore di Tsipras fin dai tempi dell'università, il quale annuncia: "Gli accordi europei sono carta straccia per noi". Ma il suo allievo quasi premier sembra già su una lunghezza d'onda diversa: "Collaboreremo con la Ue".
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci