Il Ncd avverte Alfano: in Veneto decidiamo noi

Giovedì 5 Marzo 2015
Il Ncd avverte Alfano: in Veneto decidiamo noi
La verità è che vorrebbero la pace. Nei loro sogni c'è un Luca Zaia che convince Matteo Salvini e scandisce: in Veneto il governatore sono io e siccome in Veneto abbiamo governato bene con tutti gli alleati, io questi alleati li riconfermo, a partire dal Ncd. Tutti felici, contenti e rieletti.
Se provi a chiederlo a un esponente regionale del Nuovo centrodestra e non se ne troverà uno che dica: con Zaia mai. Solo che, appunto, sembra un sogno. «Diciamo pure un miracolo», sospira Giancarlo Conta, veronese, capogruppo del Ncd in consiglio regionale del Veneto, pronto peraltro a scindere il proprio gruppo per i soliti stratagemmi elettorali che a Palazzo Ferro Fini hanno contagiato tutti: la norma dice che i gruppi possono presentare una o due liste senza bisogno di raccogliere le firme e finora ne hanno approfittato la Lega di Zaia con "Prima il Veneto", il Pd della Moretti con "Veneto civico", ieri i tosiani-centristi con "Impegno veneto" mentre per oggi è annunciato un sedicesimo gruppo (contro gli 8 d'inizio legislatura) di area Ncd con dentro Nereo Laroni (che già si è smarcato dalla maggioranza), Sandro Sandri e un terzo non identificato. Ma questa è tattica. La strategia è altra cosa. E quel che preme al Nuovo centrodestra veneto è marcare la propria autonomia.
È così che di prima mattina Conta prende le distanze da Angelino Alfano. Mentre le cronache raccontano dell'incontro tra l'inquilino del Viminale e il sindaco di Verona Flavio Tosi, Conta si premura di far sapere che Alfano può vedere chi vuole ma le alleanze elettorale si decidono in Veneto. Così, giusto per marcare la differenza tra «i leghisti che decidono a Milano e Forza Italia che decide ad Arcore». «Il nostro partito da un anno è stato battezzato Ncd Veneto Autonomo, proprio per evidenziare la nostra autonomia da Roma - dice Conta - A Roma i leader dei partiti possono dire e decidere quello che vogliono, ma qui noi decidiamo con la nostra testa, in base ai programmi condivisi con altre forze politiche con cui andremo a dialogare per la futura coalizione».
D'accordo, ma con chi vorreste andare? Cosa fareste se Zaia dicesse: vi voglio? «È quello che dovrebbe fare se davvero volesse vincere», dice Conta. E il vicentino Costantino Toniolo: «Il fatto è che non lo dice e in questo dimostra una grande debolezza».
Scenari? Conta: «Ce ne sono almeno quattro. Scenario A: attuale maggioranza, vincente anche se Tosi esce dalla Lega. Scenario B: Salvini e Zaia non ci vogliono e noi corriamo da soli con un nostro candidato, magari Clodovaldo Ruffato. Ci fosse la rottura di Tosi, il rischio che il Pd della Moretti vinca sarebbe forte. Scenario C: Zaia da solo con la sua lista e la Lega, noi con Forza Italia e Tosi. Sarebbe il progetto non vincente nell'immediato, ma il progetto del futuro. Zaia perderebbe e vincerebbe la Moretti. Scenario D: andiamo con la Moretti». Toniolo, poco prima, l'aveva escluso: «Con la sinistra mai».
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