Il Cav: sentenza mostruosa

Domenica 20 Aprile 2014
ROMA - Punta al bis Silvio Berlusconi che fa ricorso alla scaramanzia: vuole vincere alla grande (alle europee e alle politiche) come accadde vent'anni fa, e possibilmente senza la zavorra di scomodi alleati. Ecco perché inaugura la sua campagna elettorale televisiva con una ridiscesa in campo che, mediaticamente, rievoca quella coronata da successo del '94, e inoltre addita i nemici di sempre attorno a cui coagulare la rabbia azzurra: le invise toghe, la sinistra delle tasse, e la democrazia dimezzata. A maggior ragione dopo la condanna per frode fiscale, 'mitigata' dall'assistenza sociale agli anziani.
Incurante dell'avvertimento della magistratura, Berlusconi ieri ha inferto quella legnata che nella conferenza stampa di giovedì scorso era riuscito a stento a trattenere. «Sono stato colpito da un'ingiustizia enorme, una sentenza mostruosa, frode fiscale, io che sono il primo contribuente italiano», ha tuonato Berlusconi che, come in un flashback, si è affacciato ('dopo 14 mesi di assenza') dallo schermo del Tg5, seduto alla stessa scrivania e sullo sfondo la libreria e le foto dei familiari.
Per l'appunto come nel '94, ma con qualche chilo e tanta amarezza in più. Mi vorrebbero azzoppare - è stato infatti il suo ragionamento in tv - ma io che «in questi 20 anni sono stato sempre candidato alle europee riportando 3 milioni di voti», nonostante questa ingiustizia «sarò comunque in campo, se non altro con il mio nome, e sarò il punto di riferimento e catalizzatore dei voti moderati». Comunque - ha ripetuto - «sono certo che la corte europea dei diritti umani annullerà quella sentenza». Sia chiaro - ha puntualizzato ancora una volta - assistere gli anziani «non mi dispiace affatto perché ho sempre cercato di aiutare chi ha bisogno, e sono andato spesso accompagnato dalla mia mamma a portare conforto e aiuti concreti». Anche questo porta voti.
Tanto più che le elezioni politiche sono dietro l'angolo: «Si voterà tra un anno, un anno e mezzo», ha ripetuto l'ex Cav, convinto di calamitare i voti dei moderati. «Pensiamo di avere una grande vittoria e una grande maggioranza in Parlamento, magari senza alleati, per eleggere un governo con ministri tutti appartenenti a Forza Italia».
Più un sogno che un progetto politico. Che per Berlusconi si può realizzare se il paese raggiunge la «consapevolezza di non vivere più in una democrazia» e dove i premier, di sinistra, non vengono eletti.
Allora «forse la maggioranza numerica dei moderati riuscirà a trasformarsi in maggioranza politica». Così si inquadra anche l'attacco a Renzi e alle sue «misure-bluff», come le definisce Renato Brunetta. «Non c'è stata alcuna riduzione delle tasse. I governi della sinistra le hanno mantenuto sulla casa, poi hanno aumentato l'imposizione sulle rendite finanziarie», ha attaccato l'ex Cav giocando la carta della presa in giro di Renzi: «Anche presentando i provvedimenti con brio e con le slide, non si riesce a evadere la ricetta sempiterna della sinistra: sempre più tasse».
Più sentito, per contro, l'attacco all'Europa a trazione tedesca che «ha portato solo crisi: dobbiamo riscrivere tutti i trattati europei firmati con la pistola alla tempia dello spread».
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