Giudici spiazzati dai medici ricerca frenetica del carcere

Mercoledì 23 Luglio 2014
È stata una giornata frenetica negli uffici della Procura di Venezia. Prima la notizia proveniente dall'ospedale di Este, con la dimissione a sorpresa di Giancarlo Galan, che fa ritorno a casa in ambulanza. Poi il voto della Camera che, in tarda mattinata, rigetta l'ennesima istanza di rinvio della discussione, motivata dalla difesa con l'impossibilità di muoversi del deputato sotto accusa... E, nel pomeriggio, il "sì" all'arresto del presidente della Commissione Cultura ed ex Governatore del Veneto.
I magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Carlo Nordio non nascondono la sorpresa per l'improvvisa e inattesa decisione dei sanitari padovani: fino al giorno precedente le condizioni di Galan risultavano tali da non consentire il suo spostamento. Poi l'improvvisa dimissione, comunicata a Galan poche ore prima dell'inizio della discussione in Parlamento (e nel pomeriggio in Procura): cosa è cambiato in poche ore, si chiedono gli inquirenti? Cosa ha consentito ad un malato, definito intrasportabile, di fare rientro tranquillamente a casa? I pm che indagano sul "sistema Mose", Stefano Ancilotto e Paola Tonini, restano negli uffici della Cittadella di piazzale Roma fino a tarda ora: prima per attendere la formalizzazione dell'autorizzazione a procedere appena votata, documento indispensabile per poter eseguire l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata lo scorso maggio dal gip Alberto Scaramuzza per il reato di corruzione. Poi per organizzare l'esecuzione. La Procura può provvedere subito all'arresto, ma anche attendere, come ha fatto nel caso dell'ex eurodeputata Lia Sartori, alla quale la notifica degli arresti domiciliari è avvenuta il giorno seguente all'avvenuta decadenza dal Parlamento europeo. In un primo momento pare che la soluzione scelta sia la seconda. Ma forse è soltanto un modo per "depistare" i giornalisti. Per le 19.30 è annunciato un comunicato stampa, che però non verrà mai diffuso. I magistrati sono impegnati nell'operazione più delicata: la scelta del carcere nel quale disporre la detenzione dell'ex Governatore del Veneto. Decisione non necessaria fino a poche ore prima: se fosse stato ancora ricoverato in ospedale, infatti, Galan sarebbe rimasto lì, piantonato dalle forze dell'ordine. Le condizioni di salute evidenziate da numerosi certificati medici consigliano la detenzione in un carcere dove siano presenti idonee strutture di cura, e i penitenziari attrezzati a tal fine si contano sulle dita di una mano.
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