D'Alema l'aristocratico La vecchia guardia contro il Moccioso

Martedì 30 Settembre 2014
D'Alema l'aristocratico La vecchia guardia contro il Moccioso
ROMA Quando sale sul palchetto e premette «tuttavia, diciamo....», s'è capito che Lui è tornato. D'Alema is back. Così. «Scusate - dice l'ex premier - il ricorso alla prosa», visto che Matteo visto da Max è uno che fa poesia, spara «affermazioni senza fondamento», confonde la realtà con gli «spot» e con gli «slogan» e s'è lanciato in un'azione di governo «non riflettuta» e «ho l'impressione che questo comincia ad essere percepito, almeno nella parte più qualificata dell'opinione pubblica». E ancora: «Non è obbligatorio sapere i fatti, ma sarebbe fortemente consigliabile studiarli. Devi anche pensare che ancora esistono persone che le cose le sanno, e non puoi pensare solo a quegli altri, Matteo....». Gelido, sferzante, aristocratico. Un D'Alema doc. Tornato Spezzaferro, come lo chiamavano nell'altro secolo. Renzi aveva cominciato dicendo che «questa non è la partita tra i Flintstones e la Thatcher», cioè tra gli antenati o «vecchia guardia» e Matteo il turbo-liberista, e invece il match è stato proprio tra questi contro quello. La rivincita dei Flintstones, il ruggito dei rottamati, la residua forza degli ex che s'abbatte con voce metallica e strozzata (Max) e con tono vibrante-indignato (Bersani) contro il «nuovismo» del giovane avversario, un po' moccioso, un po' D'Annunzio («avventuriero») e un po' Marinetti («Fa il futurista», accusa Bersani). Arrivano i caschi blu? Arriva Enrico Letta, giovane ma antenato, e finisce a botte? Viene travolto anche l'ex dalemiano Orfini, ora presidente Pd, che invano fa l'elogio del centralismo democratico (ossia dell'improbabile ordine) e prova a dire «non dobbiamo essere anarchici» e invece è saltato tutto con tanto di Bersani che si autodefinisce «riformista hard», mentre incolpa Renzi di praticare «il metodo Boffo» impedendo il dissenso e «togliendo dignità» a chi lo pratica?
I Flintstones che si erano divisi si ritrovano uniti contro il Moccioso. Il quale nella replica dice che D'Alema «voleva sistemarsi in Europa», ossia gli dà del rosicone, e prima gli aveva rubato il poeta Rainer Maria Rilke (citando «il futuro entra in noi prima che accada», slogan del Pds ai tempi della segreteria di Max) e s'è visto contrattaccato tramite un grande economista. «Stiglitz - gli dice D'Alema - sostiene che la riforma del lavoro non si fa in tempi di crisi. E sarà pure un vecchio da rottamare, ma ha preso il Premio Nobel. Tu invece, Matteo, hai consiglieri che ancora non hanno ricevuto premi». Tutto annunci e «scarsissimi risultati», ecco come i Flintstones vedono il nemico. E un kamikaze renziano va in picchiata. E' Giachetti. Legge le parole del D'Alema 1997, quando Max «sosteneva l'abolizione dell'articolo 18» e chiosa: «C'è un D'Alema 1 e un D'Alema 2». Il D'Alema, in platea, si gode intanto la pioggia di sms in cui gli si dice a proposito di Renzi: «E ora, finiscilooooo!!!!».
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci