Cartelle cliniche sequestrate, inchiesta sulle dimissioni-lampo

Giovedì 24 Luglio 2014
Cartelle cliniche sequestrate, inchiesta sulle dimissioni-lampo
«Giancarlo Galan non può partecipare perché affetto da una malattia gravissima», tuonava poco dopo le 13 di martedì il deputato forzista Gianfranco Giovanni Chiarelli, relatore di minoranza contro l'arresto dell'ex governatore veneto. «Mi è stato segnalato dalla collega Biancofiore, che si è messa in contatto con l'onorevole Galan, che se ci fosse un rinvio, egli cercherebbe, sia pure con le stampelle, con l'ambulanza, di intervenire la prossima settimana...» gli aveva fatto eco Ignazio La Russa, di Fratelli d'Italia. Dibattito surreale a Montecitorio, perché in quel momento Giancarlo Galan era per tutti un paziente ricoverato, in condizioni perfino critiche, mentre in realtà aveva già in tasca da tre ore la lettera di dimissioni dell'ospedale di Este.
Colpa dei parlamentari, che si basavano sui certificati esibiti dal collega? O colpa di quei documenti sanitari che avevano avvalorato una situazione drammatica, perfino un rischio di vita per il deputato dopo la frattura alla gamba sinistra, una trombosi, la persistenza del diabete e l'ipertensione cardiaca? La Procura di Venezia, anch'essa colta di sorpresa dalle dimissioni firmate martedì alle 9.39, vuole vederci chiaro. Capire cos'è accaduto nella folta catena sanitaria in queste due settimane e mezzo. Ovvero da quando Galan è caduto nel parco di casa fino al momento in cui è stato dimesso dall'Unità Operativa Complessa di Medicina Interna.
Per questo ieri i finanzieri si sono recati a Este e all'ospedale Sant'Antonio di Padova. «Consegnateci la cartella clinica del paziente» hanno intimato. Nessuna ipotesi di reato, finora, ma la determinazione di verificare eventuali abusi per aiutare l'illustre uomo politico, atterrito dall'eventualità del carcere. Da parte sua l'avvocato Antonio Franchini, difensore di Galan, replica: «Sequestrino tutto quello che vogliono, i contenuti delle certificazioni sono assolutamente obbiettivi». Una guarigione improvvisa? «La prognosi rimane di 45 giorni, la situazione cardiovascolare si è stabilizzata grazie ai farmaci. Per questo è stato dimesso».
Eppure la drammatizzazione sulle condizioni di Galan è stata evidente. La risposta è in quelle cartelle, di cui ricostruiamo i contenuti. Con un'avvertenza, alcuni documenti sono dei medici curanti di Galan o di consulenti incaricati ad hoc. Altri delle strutture pubbliche che lo hanno curato.
FRATTURA. È il dottor Sergio Candiotto, ortopedico del Sant'Antonio di Padova, a certificare il 7 luglio di aver visitato Galan «sabato 7 luglio scorso» (c'è un evidente errore sul giorno, perché sabato era il 5 luglio). Il referto parla di «trauma distorsivo (in eversione) della caviglia sinistra» e spiega il «ritorno alla nostra attenzione per il forte dolore». La caviglia «è molto tumida». Prescrive una «valva ingessata per 40 giorni».
RADIOGRAFIA. Il 9 luglio una radiografia di controllo e il medico Luigi Tosques di Padova certifica una «frattura obliqua del malleolo peroneale», nonchè una «frattura con distacco di piccola bratta ossea del malleolo tibiale posteriore». La risonanza conferma.
PATOLOGIE. Il 9 luglio la professoressa Giovannella Baggio, direttore di medicina generale dell'Azienda Ospedaliera di Padova, certifica di avere Galan in cura dal 2013 per una serie di patologie (diabete, ipertensione...), con trattamenti farmacologici.
TROMBOSI. Galan sente dolore alla gamba e il 10 luglio il dottor Candiotto effettua il doppler venoso accertando una «trombosi venosa profonda». Prescrive «riposo assoluto con arto in scarico» e farmaci anti-trombosi. Galan è esaminato anche dall'angiologo Fabio Ceccato.
IL PRECEDENTE. Qui finisce il capitolo padovano. Ma Galan era stato visitato da Gaetano Crepaldi, professore emerito di medicina interna, nella sua villa il 14 giugno, dieci giorni dopo il blitz sul Mose e 20 giorni prima della caduta. È il medico che ha in cura Galan dal 2006 per diabete, obesità e ipertensione. Ed è Crepaldi a mettere nero su bianco il rischio più grave, dopo una «grave crisi ipoglicemica»: «L'insieme delle patologie può richiedere interventi urgenti da realizzare nell'arco di pochi minuti, al fine di evitare al paziente esiti debilitanti cronici o anche fatali».
«NIENTE CARCERE». Il primo riferimento all'incompatibilità con un'eventuale detenzione è nella relazione licenziata l'11 luglio dal dottor Paolo Moreni, specialista padovano in medicina legale, interpellato dalla difesa di Galan. Dopo l'analisi di diverse patologie e di prescrizioni, ecco la conclusione: «Ritengo che dette necessità diagnostico/terapeutiche, concrete e sussistenti, non siano realizzabili in regime carcerario».
RICOVERO D'URGENZA. La situazione precipita, secondo i certificati, sabato 12 luglio. Galan si presenta all'ospedale di Este. Viene ricoverato. Due giorni dopo il dirigente medico certifica che si trova in Unità Coronarica per «sospetta embolia polmonare in paziente diabetico con trombosi venosa profonda in esiti di recente frattura arto inferiore sinistro». Èla sintesi perfetta di tutti i precedenti, con l'aggiunta della sospetta embolia. Con questa documentazione i difensori chiedono al gip la modifica dell'arresto negli arresti domiciliari (richiesta respinta) e alla Camera il rinvio della discussione su Galan (accordato per due volte).
MEDICINA INTERNA. Giovedì 17 luglio Galan viene trasferito in Medicina interna. Sabato 19 i medici Lucia Anna Leone e Marianna Lorenzi attestano che è ancora ricoverato, confermando le diagnosi precedenti. Intanto venerdì 18 arriva da Milano il cardiologo Giulio Melisurgo che visita Galan privatamente e redige una relazione. I nuovi documenti vengono allegati lunedì 21 luglio alla nuova richiesta di rinviare il voto a causa del ricovero ospedaliero.
COLPO DI SCENA. Martedì 22 luglio, tre ore prima dell'inizio del dibattito a Montecitorio, l'ospedale dimette Galan. Non è guarito, porta il gesso, ma può curarsi a casa. Lo stesso paziente è stupito. Cominciano dietrologie e sospetti.

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci