Anche Montecarlo dice addio al segreto bancario

Martedì 3 Marzo 2015
ROMA - Prima la Svizzera, poi il Liechtenstein, adesso il principato di Monaco. L'offensiva italiana contro il segreto bancario e i paradisi fiscali fa una nuova 'vittima': il minuscolo Stato sulla Costa Azzurra dove si concentra un'altissima percentuale di miliardari. L'accordo firmato ieri a Montecarlo dall'ambasciatore d'Italia Antonio Morabito e dal ministro per gli Affari esteri e della Cooperazione monegasco Gilles Tonelli, riguarda lo scambio di informazioni ai fini fiscali e, analogamente a quanto già avvenuto per le altre due recenti intese, pone fine al segreto bancario nello Stato estero. Nell'occasione, è stato firmato anche un protocollo in materia di «richieste di gruppo»: consentirà di sviluppare la cooperazione amministrativa tra i due Paesi e quindi di rafforzare il contrasto all'evasione fiscale transnazionale.
L'accordo è basato sul modello Ocse di Tax Information Exchange Agreement e consente lo scambio di informazioni su richiesta. Lo Stato a cui sono richieste le informazioni non può rifiutarsi di fornire allo Stato richiedente la collaborazione amministrativa per mancanza di interesse ai propri fini fiscali, né opporre il segreto bancario.
Il protocollo che disciplina le richieste di gruppo consentirà di presentare richieste in relazione a categorie di comportamenti che fanno presumere l'intenzione dei contribuenti di nascondere al fisco italiano patrimoni o attività detenuti irregolarmente nel Principato di Monaco. Con la firma, il Principato viene considerato ai fini della Voluntary Disclosure un Paese 'non black list', circostanza che consentirà ai cittadini italiani che detengono in maniera illegale patrimoni o attività a Monaco di accedere alla procedura di regolarizzazione alle condizioni più favorevoli previste dalla legge (pagamento per intero delle imposte dovute e sanzioni ridotte).

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