Addio Mare Nostrum, scatta l'operazione Triton

Sabato 1 Novembre 2014
ROMA - «L'Europa ha fatto una scelta, scendere in mare. Ora occorre coraggio nel fare un'altra scelta, quella di campi profughi e di zone di accoglienza e richieste di asilo in Africa. Dobbiamo cambiare strategia come Europa e chiedere che le domande di asilo siano presentate in Africa» e fare «lì, attraverso accordi tra i paesi europei, un'azione di riallocazione dei profughi». Incassato il risultato della fine dell'operazione «di emergenza» Mare Nostrum - anche se in realtà ci sarà una fase di passaggio, con il disimpegno in «due o tre mesi» - il ministro Alfano sposta l'obiettivo del 'negoziato' dell'Italia sull'immigrazione più avanti: occorre che le richieste d'asilo vengano presentate nei paesi d'origine, perché «la risposta non può avvenire in mare ma deve avvenire lì», e serve un maggiore impegno nell'accoglienza da parte dei partner europei.
Cosa cambierà in concreto da domani? Nella fase di partenza la Marina continuerà il suo lavoro, con un «dispositivo al servizio delle emergenze», come spiega il ministro Pinotti, con «una nave significativa, grande, a Lampedusa e un pattugliamento di tre navi più piccole», mentre «attualmente usiamo cinque grandi navi». In questo modo «andiamo a diminuire gli assetti e ridurremo i costi di un terzo. Prevediamo due mesi di uscita dolce». Pinotti poi assicura: «Il soccorso in mare non viene meno, è il diritto del mare a chiederlo. L'Italia non si volterà indietro». Triton costerà 3 milioni di euro al mese, totalmente a carico dell'agenzia Frontex finanziata da fondi europei, a differenza di Mare Nostrum, che è costata in totale 114 milioni, 9 e mezzo al mese.

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