«Mai preso nè gestito denaro Con il Pd solo incontri politici»

Sabato 20 Dicembre 2014
VENEZIA - (gla) «Non sapevo quanto denaro costasse la campagna elettorale e non me ne sono mai occupato, tant'è che non ho preso né gestito denaro». E ancora: «Con i rappresentanti del Pd ho avuto confronti a livello politico e su questioni politiche, mai riunioni o incontri per parlare di finanziamenti: di questi argomenti non mi sono mai occupato. Tanto meno di finanziamenti illeciti».
Lo ha dichiarato ai giornalisti l'ex sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, all'uscita dall'interrogatorio sostenuto, ieri mattina, di fronte ai magistrati che ipotizzano a suo carico l'accusa di finanziamento illecito ai partiti, nell'ambito delle indagini sul cosiddetto "sistema Mose". «Ho contestato tutte le accuse - ha spiegato Orsoni - Credo di avere chiarito tutto».
L'avvocato Daniele Grasso, uno dei due difensori dell'ex sindaco, ha aggiunto che non vi è contrasto tra le affermazioni di Orsoni «e quanto riferito dai due parlamentari del Partito democratico ora indagati per la stessa vicenda», ovvero Davide Zoggia e Michele Mognato, ascoltati in Procura la scorsa settimana in relazione agli stessi finanziamenti elettorali contestati al candidato sindaco di Venezia. «Orsoni - ha precisato l'avvocato Grasso - aveva detto che della campagna elettorale e del suo finanziamento si occupavano i vertici del partito e mai lui in prima persona». Affermazioni che, secondo il legale, «non stridono» con quanto dichiarato da Mognato e Zoggia i quali «si sono detti a loro volta estranei».
Quanto ai rapporti intrattenuti con Giovanni Mazzacurati, ex presidente del Consorzio Venezia Nuova e indicato dalla Procura come "grande burattinaio" di numerose operazioni illecite, l'avvocato Grasso ha spiegato che Orsoni ha ammesso di aver avuto numerosi contatti con lui, ma si trattava «di rapporti di lavoro legati alla gestione di problemi cittadini e agli interessi del Consorzio Venezia Nuova in città e non su questioni economiche illecite».
Nel cortile della Cittadella della Giustizia, ad interrogatorio concluso, l'ex sindaco di Venezia è poi intervenuto per opporsi all'immagine di Venezia come città del malaffare: «Se ci sono delle situazioni non chiare dipendono tutte da Roma; guarda caso il Consorzio Venezia Nuova era gestito da Roma», ha dichiarato - Venezia è vista come un teatro», ma sul palcoscenico «non c'è alcun esponente della politica veneziana».
Orsoni ha poi aggiunto che «l'amministrazione comunale veneziana è corretta e trasparente, del tutto immune da qualsiasi problema di malaffare. Forse ai politici veneziani si può imputare un po' di debolezza: diciamo che non ci sono grandi personalità che riescono a contrapporsi ad una violenza dei media che sfruttano queste situazioni per enfatizzare un malaffare che non c'è. Ci tengo a dirlo - ha concluso l'ex sindaco - per difendere l'immagine di questa città che purtroppo da parte di troppi non viene considerata un bene prezioso di tutti».
Colpa della stampa, insomma. Di «certa stampa», ha precisato Orsoni.
La finalità dell'interrogatorio di ieri è stata illustrata in tarda mattinata dal procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio: «Abbiamo voluto comunicare ad Orsoni di essere in possesso di nuove fonti di prova nei suoi confronti, quindi si è ritenuto doveroso mettergliele a disposizione».
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