«Astensione al 63%, in Veneto non accadrà.

Martedì 25 Novembre 2014
Luca Zaia, delle elezioni in Emilia Romagna, prende solo il lato positivo: l'exploit della Lega. Lo fa suo, trasformandolo da una parte nel propellente giusto per lanciare la campagna 2015 alla riconquista del Veneto e dall'altra per inviare messaggi a un Pd sempre più avvitato nelle baruffe interne. Neutralizza invece il lato oscuro della tornata elettorale emiliana: l'incredibile astensionismo, quel 63% di elettori che ha preferito starsene a casa. E avvisa: «In Veneto non accadrà».
«I due dati di queste elezioni sono chiari e visibili a tutti - sottolinea - da un lato una maggioranza silenziosa che se ne sta a casa e con la quale però dobbiamo dialogare. Dall'altro c'è il risultato eccezionale della Lega: se qualcuno non ha il coraggio di riconoscerlo, vuol dire che non vuole vedere la realtà». Il governatore stoppa poi chi già pensa a una Lega così forte da poter cavalcare l'onda emiliana e correre da sola anche la prossima primavera in terra veneta: «Noi siamo persone per bene, quindi finiamo questo mandato, così come vogliono i veneti. Poi si vedrà: io sono solidale con la mia maggioranza. È fondamentale non cambiare schema di gioco in corsa altrimenti si fa politica e non il bene dei cittadini. E se qualcuno vuole farlo, se la vedrà con me». E l'assenteismo non è un fantasma che rovina il sonno: «I veneti andranno a votare e ve lo dice uno che è sempre in mezzo alla gente. In Emilia, l'astensionismo del 63% è un chiaro segnale lanciato da un elettorato che non identifica questo governo con la sinistra. Ed è diretto a chi non ha saputo ascoltare. Ora, apposta per ascoltare, c'è la Lega. Che ha preso il voto di un cittadino emiliano ogni cinque».
E mentre la Lega cresce, gli alleati si sgonfiano. A cominciare da Forza Italia: «Non gioisco per le disgrazie altrui. Il nostro principale obiettivo è di chiudere bene questa esperienza amministrativa. Poi si valuterà cosa fare tenendo sempre presente il futuro dei veneti. Questa maggioranza è sempre stata solidale sia nei momenti positivi che in quelli negativi. Nel 2015 si scioglieranno le fila e i partiti faranno le dovute valutazioni. Ma prima di parlare di alleanze bisognerà parlare di programma».
E un Carroccio che sta assumendo sempre più la dimensione di partito nazionale, che trova terreno fertile anche fuori dai confini del Nord, per Zaia non contrasta con la Lega che in Veneto parla di autonomia e indipendenza: «Su quei temi abbiamo due referendum, il consiglio regionale ci ha dato il mandato di fare opposizione al governo (che li ritiene illegittimi, ndr) davanti alla Consulta. Così si opera in democrazia. Proprio Salvini dice che quando il popolo chiede di esprimersi è giusto farglielo fare. Lui è l'unico vero grande leader politico in Italia. E il suo progetto è quello di raccogliere le istanze dei cittadini che vogliono cambiare. Del resto il 63% degli elettori in Emilia che non va a votare è la morte di questa politica. E le istanze vanno ascoltate».
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