Renzi:«Puntare a due gradi e mezzo non basta

Lunedì 14 Dicembre 2015
PARIGI - «È il tempo di agire, sul cambiamento climatico, siamo chiamati a disegnare il futuro del mondo». Un giorno intero ad ascoltare i discorsi di decine di leader che dalle undici del mattino si avvicendano sul palco del mega centro congressi di Le Bourget. Quando nel tardo pomeriggio tocca a lui, Matteo Renzi sfoggia tutti i dati e i “campioni” nazionali che permettono al nostro Paese di essere terzi in Europa sulla green economy. Cita Seneca, come l'impegno di Eni ed Enel sul fronte delle energie rinnovabili e della lotta al cambiamento climatico, e tiene alta l'asticella del summit sostenendo che va trovato «un accordo più vincolante possibile, altrimenti rischia di essere un impegno scritto sulla sabbia».
In una Parigi blindatissima è ancora sotto choc per gli attentati, Renzi arriva insieme al ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti. L'unico incontro a due il presidente del Consiglio lo ha con il primo ministro David Cameron, mentre nel retro della Conferenza è un via vai di capi di stato e di governo che si salutano e si appartano.
L'impegno dell'Italia sul fronte del riscaldamento globale è più ambizioso di quello che dovrebbe essere raggiunto al termine della ventunesima conferenza sul clima. L'obiettivo ribadito dal presidente del Consiglio è di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Sotto di un punto percentuale rispetto all'obiettivo che potrebbe uscire tra una decina di giorni dalla Cop21. «Noi stiamo andando nella giusta direzione e stiamo facendo tutti gli sforzi che ci portano ad essere una nazione guida in questo settore. Sono ottimista ma è ancora lunga». Per Renzi si tratta di «una sfida ma anche di una grande opportunità» perché «non c'è sviluppo se non contrastiamo il cambiamento climatico e pagheranno i nostri figli e i nostri nipoti». Da qui al 2020, sostiene il premier nel suo discorso, «nella nuova legge di stabilità abbiamo messo 4 miliardi di euro».
«C'è bisogno di un investimento che non sia fatto solo dall'Italia e dall'Europa perché noi contiamo solo il 10% delle emissioni di gas a effetto serra». «Dobbiamo trovare un accordo dopo il mezzo fallimento di Copenaghen». Minaccia terroristica ed effetto serra non fermeranno, secondo Renzi, la crescita del Pil italiano. «Non sono preoccupato per questo - sostiene a margine del vertice - la tenuta del pianeta mi preoccupa molto di più ed è assolutamente cruciale che si raggiunga un accordo». L'obiettivo è un accordo universale in grado di contenere obblighi costruttivi e verifiche temporali, ma nel frattempo cresce il numero di paesi che organizzano iniziative autonome per sostenere i costi della riconversione energetica.
L'Italia, e altri dieci paesi, tra cui Cina, Usa, Gran Bretagna e Germania, hanno annunciato un contributo complessivo di 248 milioni di dollari. Per convincere i colleghi a cambiare il futuro, Renzi cita Seneca il quale «diceva che tutta l'arte è imitazione della natura. I politici sono chiamati ad un capolavoro, disegnare la scena in cui vivranno i nostri figli». «Grazie - dice rivolto ai colleghi - se riusciremmo a trasformare una sfida nella più bella delle opportunità».
M. C.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci