Poste di Sois chiuse «Gentile direttrice ci avete preso in giro»

Venerdì 28 Novembre 2014
BELLUNO - «Visto il trattamento riservatoci inviterò i miei compaesani e quelli limitrofi a ritirare da Poste Italiane pensioni e depositi per versarli in banca dove ci sarà migliore attenzione e disponibilità».
Si chiude così la missiva, carica di amarezza, che la cittadina Tullia Barp di Sois ha inviato alla direttrice delle Poste Italiane di Belluno. Sotto accusa, oltre alla chiusura del locale ufficio, anche l'atteggiamento tenuto dalla dirigente di fronte ai disagi legati a questa scelta, motivata da impellenti necessità di ristrutturare l'immobile. Disagi che, secondo la Barp, sarebbero stati ampiamente minimizzati.
La donna va oltre l'amarezza e mette nero su bianco alcune considerazioni.
«Primo - afferma - l'edificio, pur datato, non era fatiscente al punto da impedire di tenerlo aperto almeno fino alla scadenza del contratto (agosto 2015). Secondo: le pensioni non sono 37, visto che molti hanno aderito alla campagna delle Poste di versarle su un libretto, ma sono molte di più così come i depositi. Terzo: è stato da lei smentito - prosegue la Barp - che vi siano lunghissime attese agli sportelli; personalmente ho aspettato più di dure ore per fare dei pagamenti. Ho fatto presente la cosa e mi è stato risposto che cosa pretendessi dopo due giorni di chiusura. È stato semplice rispondere che avrei voluto uno sportello in più visto che dalle 15 per i prodotti finanziari ne era aperto solo uno. Sono poi passata a fare la fila per la posta ordinaria e sono uscita a fine pomeriggio. Quarto: vi è di più per gli anziani, coloro che non sono in possesso della carta libretto o del postamat (e sono numerosi perchè il Pin è difficile da ricordare e non lo si può portare appresso per motivi di sicurezza), possono ritirare solo 600 euro alla volta, quindi debbono andare in posta almeno due volte al mese, accompagnati da figli o nipoti o da un volontario. E non mi si venga a dire - conclude la Barp - che i disagi non ci sono. Ancora una volta siamo stati presi semplicemente in giro accampando ipotetici lavori di ristrutturazione. Poveri bellunesi, prima lodati per la loro correttezze e poi regolarmente silurati».

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