Nuova ricetta elettronica: ora è caos La rabbia di medici di base e farmacisti

Martedì 2 Settembre 2014
Ambulatori e farmacie in tilt, la nuova ricetta non funziona. Il nuovo sistema di prescrizione dei farmaci, che sostituisce la ricetta rossa farmaceutica con un promemoria su carta bianca e sposta online tutte le informazioni da trasmettere al farmacista, è partito ieri con molti intoppi. In crisi i medici di base, alle prese con inceppamenti del server e impossibilità di adeguarsi al nuovo sistema, in crisi anche i farmacisti davanti a file di cittadini con volantini non validi, tutti da rifare. Un disastro. «Il sistema non funziona, punto - il commento il presidente dell'ordine dei medici Umberto Rossa al termine della prima, difficoltosa, giornata - Ieri non c'è stata una, dica una, ricetta che sia partita correttamente nel mio studio, saremo costretti a ricontattare i fornitori dei programmi informatici. Purtroppo siamo lasciati soli, non ci sono disposizioni dall'azienda e tutto questo rappresenta un'enorme perdita di tempo per noi, di minuti preziosi passati a trafficare con pc e stampanti invece che ha visitare il paziente». Il problema sembrerebbe degli ambulatori non delle farmacie che, da parte loro, assicurano di essere pronte a recepire la novità. «La giornata di ieri - spiega il presidente di Federfarma Roberto Grubissa - ha evidenziato come i medici non siano proprio preparati, i loro gestionali non sono aggiornati per cui noi continuiamo a ricevere ricette rosse o promemoria non validi, non come dovrebbero essere. Questo significa non poter servire il paziente e rimandarlo dal medico perché gli venga rifatta la prescrizione».
Eppure il sistema era stato introdotto da un po', dalla sperimentazione partita sei mesi fa a cui gran parte dei camici bianchi aveva aderito e da cui non sembravano essere emersi disagi. Nulla di grave, per il direttore generale dell'Usl1 Pietro Paolo Faronato sono gli inciampi di un motore che si sta scaldando. «Quanto sta accadendo è normale - commenta - e d'altra parte il processo è obbligatorio per modernizzarci, tagliare i costi e snellire il sistema. Se ci sono problemi noi siamo a disposizione per risolverli, basta ci vengano presentati; quel che è certo è che non possiamo fermare l'intera comitiva perché qualcuno è arrivato dopo e ora si trova in difficoltà».

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