Le badanti ora tornano in patria

Mercoledì 26 Novembre 2014
«Mancano le badanti», meno bisognosi in fila dal parroco. Sono passate da cento ad una settantina le persone in difficoltà che ruotano attorno alla parrocchia di Santo Stefano e il secondo venerdì del mese ricevono il pacco spesa preparato dai volontari. Ma il dato non è positivo. A mancare sono le donne dell'Est, spesso impiegate come badanti nelle case degli anziani bellunesi, che ad agosto sembra siano partite per i loro Paesi d'origine e da allora non siano più tornate. Forse, per loro, il lavoro inizia a mancare anche qui. Non sa darsi una spiegazione certa il parroco don Lorenzo, ma su una cosa è sicuro, il territorio soffre e non accenna a risollevarsi. «Prima distribuivamo circa 50 borse al mese, per un totale di 600-650 l'anno - spiega il religioso - da agosto i numeri si sono decisamente abbassati. Molte donne dell'Est che erano solite venire a ritirarlo non si vedono più, probabilmente se ne sono andate da Belluno. Insomma, la situazione non è migliorata, la comunità continua a soffrire». Quello del secondo venerdì del mese è solo uno degli appuntamenti con la povertà per don Lorenzo perché, alla sua porta, bussano tutti i giorni della settimana. Persone spinte dalla fame o con la bolletta da pagare stretta nella mano, che dal religioso si attendono conforto materiale e spirituale. «Si pagano anche bollette da 400 euro, interi affitti - racconta - si dà tutto quanto si può, grazie anche alla generosità dei parrocchiani. Arrivano molti stranieri, dell'Est soprattutto e qualche africano. Arrivano anche bellunesi, ma mai nel giorno di distribuzione, si vergognano». Del buon cuore dei concittadini, d'ora in avanti, ci sarà sempre più bisogno. Perché il determinato parroco ha rinunciato agli alimenti distribuiti dall'Unione Europea, una delle fonti, accanto al Banco Alimentare, da cui le parrocchie raccolgono gli aiuti da distribuire; non ci stava alle richieste di schedare i nuovi poveri chiedendo i dati prima di consegnare la borsa. La carità è carità, aiuta e non vuole sapere. «Così non andava bene - spiega don Lorenzo - è avvilente per chi ha bisogno. Certo, il problema è sempre quello di capire le necessità reali delle persone ma richiedere i dati personali non lo ritengo giusto. Senza i sussidi dell'Europa viene meno una buona fetta di aiuti, ora contiamo nei cittadini e vediamo come va». Se non si riuscirà più ad accontentare tutti allora si penserà ad un nuovo metodo di distribuzione, più selettivo.

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