La sfida del presepe la Cei: ideologico cancellare il Natale

Lunedì 14 Dicembre 2015
Il Presepio all'italiana è perfetto, se si chiude un occhio sullo spirito un po' rissoso, comunque ciecamente fideista, di chi ha deciso di contendersi il Bambinello, diventato involontario ostaggio di una disfida in cui, dietro le belle parole, i suoi protagonisti se le suonano di santa ragione.
La capanna, come si conviene, è fatiscente, con il soffitto che cade a pezzi, le pareti scrostate e qualche topo che fa capolino tra i banchi. Ha buon gioco il segretario leghista Matteo Salvini - quando entra nella scuola Garofani di Rozzano per riportare la santa statuina e con essa la magia del Natale che si sostiene negata dal preside - a lanciarsi contro il degrado delle strutture pubbliche e a lanciare poco evangelici strali a Matteo Renzi. Mentre trionfalmente annuncia: «Abbiamo rimesso al suo posto Gesù Bambino e ribadito che i Canti di Natale non danno fastidio a nessuno, ma bambini, insegnanti e genitori meritano una scuola migliore».
"Tuuu sceendi dalle stelleee..." canta con convinzione davanti all'edificio, l'ex ministro Mariastella Gelmini, che di scuole se ne intende. «La politica non può ritirarsi dai luoghi dove si decide, con le scelte quotidiane, il destino dell'Europa». E spiega il modello d'integrazione liberal di Forza Italia: «Parte dalla nostra identità, dalla nostra casa comune e non taglia le proprie fondamenta culturali. Gli stessi islamici di Rozzano hanno chiesto di festeggiare il Natale, ma c'è un preside che sventola un multiculturalismo triste e negativo. che spiana le identità e azzera le differenze».
Il capo (ideale) dei pastori attorno alla capanna è monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei. Che detta la linea: «Trovo pretestuosa e tristemente ideologica la scelta di chi, per "rispettare" altre tradizioni o confessioni religiose, pensa di cancellare il Natale o di camuffarlo scadendo nel ridicolo». E qualche ragione la trova dalle notizie che arrivano da un istituto omnicomprensivo di San Donato di Sassari dove il consiglio dei docenti, pur non contrario ai progetti comuni con la chiesa, ha ritenuto preferibile che l'incontro con il vescovo avvenga fuori dall'ambiente scolastico. Per non ferire le sensibilità di bimbi di altre religioni.
Si vestono da agnelli perfino i pentastellati, notoriamente alquanto bellicosi, che da Venezia, per bocca dei consiglieri regionali Erika Baldin e Simone Scarabei, salmodiano: «Cancellare le feste e impedire ai bambini di intonare i canti natalizi equivale a cancellare un pezzo della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Ed è inaccettabile. Il Natale sia un'occasione per unire, non per dividere». Suona le cornamuse anche il sindaco di Padova Massimo Bitonci, leghista nient'affatto tiepido. «Verificheremo se nelle scuole siano in atto censure o azioni di disturbo, atte ad escludere e cancellare i riferimenti cristiani al Natale».
Di fronte a tanto fervore, qualche dubbio lo coltivano alcuni genitori di Rozzano che di fronte ai vessilli della Liga Veneta e di Fratelli d'Italia urlano: «Via le bandiere, non c'entrano nulla. Vergogna! Vergogna"». A ruota, piuttosto concordi, quelli del Partito Democratico che - come dichiara la deputata Simona Malpezzi - definiscono «un errore la scelta del preside di Rozzano», ma sbertucciano «le pagliacciate della Lega», che difende il Natale e allo stesso tempo «celebra i riti pagani del dio Po e altre amenità celtiche». C'è chi alza il tiro, in nome del Bambingesù, come l'ex ministro Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista che negli atteggiamenti dei «fascioleghisti» vede ombre di stampo «nazista». E si becca per questo un poco natalizio «Ma questo è scemo» dal governatore lombardo, Roberto Maroni.
Un po' frastornato il preside di Rozzano Marco Parma, il cui nome finisce sugli striscioni degli opposti idealismi. La Cgil lo difende a spada tratta. E lui tenta di spiegare che non ha censurato il Natale, per rispettare gli islamici o ragazzini di altre religioni. «Non ho mai fatto rimuovere i crocifissi dalle aule: semplicemente non c'erano. E non ho cancellato nessun concerto natalizio né altre iniziative, anzi mi sono adoperato per sostenerle, come i momenti di festa prenatalizia in tutte le classi». Si è solo opposto a due mamme che volevano «insegnare canti religiosi ai bambini cristiani durante l'ora della mensa: cosa che continuo a considerare inopportuna». Più che una statuina nel presepio, il preside Parma sembra un San Sebastiano. Trafitto da tutte le parti.

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