IL DIBATTITO politico

Sabato 4 Luglio 2015
«Presidente, mica vorrai lasciare la leadership a Della Valle?». Si sono preoccupati i berlusconiani dello stretto giro, appena hanno sentito l'ex Cavaliere lanciare la sua benedizione al nuovo movimento politico di Mister Tod's. Della Valle non era un nemico? Non più. L'altro giorno l'imprenditore marchigiano ha definito «un sòla» Renzi, e Silvio ha goduto e gli ha fatto arrivare i suoi complimenti. In più l'idea di Della Valle di entrare in politica è in linea con lo schema Brugnaro. Ovvero l'imprenditore diventato sindaco di Venezia e simbolo della nuova frontiera cara a Berlusconi: gli esterni nè di destra nè di sinistra che possono ridare la vittoria ai moderati. Silvio a Milanello, presentando il nuovo allenatore Mihajlovic, parla di Della Valle: «È un ottimo imprenditore. Ed è nuovo come politico». Ancora: «Occorre avere più persone come lui che decidono di dedicarsi al bene del proprio Paese». Un endorsement. Silvio lascia e avanti Diego? «No, nessuna investitura - spiega in privato Berlusconi ai suoi - perchè le investiture non le do io, bisogna essere capaci di conquistarsele nel popolo». Nella federazione di movimenti nuovi e non partitici, che Berlusconi ha in mente, porte spalancate per «Noi italiani». Chi dovrà comandare il fronte anti-renziano poi si vedrà. E intanto i due imprenditori sono sulla stessa barricata dell'opposizione a Renzi che - parola di ex Cav - è uno che «fa politica da quando è piccolo e questi professionisti del partitismo non fanno il bene dell'Italia».
Per misurare l'abisso che separava, fino a poco fa, Berlusconi e Della Valle, dovuto alle critiche continue che quest'ultimo ha avanzato contro i governi del leader forzista, potrebbe bastare questa vicenda. 11 dicembre 2004, si gioca Milan-Fiorentina. Prima della partita, Berlusconi - questa la voce circolante - avrebbe spronato i suoi ragazzi rossoneri ad asfaltare sul campo i viola, il cui patron «non fa altro che provocarmi con le sue ingiurie e i suoi attacchi» (secondo un precedente sfogo del premier). E dunque? Il Milan a valanga fa 4 gol e dopo di che, secondo il galateo non scritto nel mondo del calcio, per non strapazzare troppo i soccombenti la squadra che sta stravincendo rallenta un po'. Ma quella volta, no. Finisce 6 a zero, e sia negli ambienti sportivi sia in quelli politici si fa largo questa considerazione: Berlusconi ha voluto umiliare sul campo Della Valle.
E pensare che, nel 1994, Della Valle ha votato Forza Italia. Anzi di più: «Ho creduto nel partito di Berlusconi e l'ho anche finanziato. Ma poi purtroppo mi sono dovuto ricredere». Il durissimo show del capo del governo all'assemblea di Confindustria, il 19 marzo 2006, è indimenticabile. Silvio ha un mal di schiena tremendo, e infatti aveva pensato di disertare l'incontro. Poi ci va, zoppicando. Non riesce a muoversi dalla poltroncina ma di colpo, vedendo Della Valle in prima fila, fa uno scatto di reni e comincia ad urlare: «Gli imprenditori che stanno a sinistra hanno scheletri negli armadi, sono sotto il manto protettivo della sinistra e di Magistratura Democratica». Della Valle resta impassibile in prima fila (dopo due giorni dirà: «Berlusconi è un uomo in preda a una crisi di nervi»), scuotendo sconsolatamente la testa. Berlusconi è una furia: «Prego il signor Della Valle, se si rivolge al presidente del consiglio, di dargli del lei e non del tu....». Silvio sta citando un antefatto. Tre mesi prima, il 19 dicembre 2005, il premier è ospite a Porta a Porta e l'imprenditore marchigiano è in collegamento. «Ho rispettato il patto sottoscritto con gli italiani - afferma Berlusconi - e non ho compiuto errori». Della Valle, da casa, sbotta, dandogli del tu: «Silvio, se dici questo, nelle case si mettono a ridere». Negli anni successivi, meno sangue ma vicendevoli punture. «Non uso più le Tod's», ha giurato Berlusconi nel 2011. Ora ha ripreso a indossarle.
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