Il Cav "minacciato" dalle olgettine «Appena posso le butto in strada»

Sabato 4 Luglio 2015
MILANO - L'incessante pressione delle ragazze, prima ospiti alle serate di Arcore e poi testimoni nei processi, per avere denaro e altri benefit da Silvio Berlusconi in cambio del loro silenzio, si sarebbe trasformata, stando ad una testimonianza, in vere e proprie «minacce», tanto che lo stesso ex premier avrebbe sbottato dicendo: «Io a queste, appena posso, le butto in strada». È il quadro, fatto di telefonate «a manetta» e giovani disposte anche a buttare «giù il cancello» di Villa San Martino, che viene a galla dalle migliaia e migliaia di atti depositati dell'inchiesta 'Ruby ter', chiusa da poco e nella quale il leader di FI è indagato assieme ad altre 33 persone.
Un'indagine che lo stesso avvocato Luca Giuliante, accusato anche lui di corruzione in atti giudiziari, definisce «uno tsunami» parlando al telefono con Karima El Mahroug lo scorso 19 febbraio, due giorni dopo le perquisizioni della polizia giudiziaria disposte dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio. Oltre a spiegarle che la situazione è grave, Giuliante, ritenuto il «tesoriere» di parte dei soldi versati dall'ex Cavaliere alla ragazza (in totale potrebbe aver incassato 7 milioni di euro) per il suo silenzio sui festini hard, redarguisce la marocchina per le spese eccessive: dalla «banconota da 500 euro» data ad un dj «per fargli mettere una canzone a fine serata» agli «abiti su misura» per Daniele Leo, suo nuovo compagno, fino al «personale di servizio» per sbrigare le faccende e ai progetti di ogni genere con tanto di consulenze pagate come «l'incarico della realizzazione del progetto di una rete di franchising di igienisti dentali».
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