Ecco la Rai del super manager Canone, il governo lo rivuole

Sabato 1 Agosto 2015
Un consiglio di amministrazione più asciutto, superpoteri per il nuovo amministratore delegato della tv pubblica (sarà nominato dal Cda su proposta del Tesoro, resta in carica per tre anni, può nominare i dirigenti, firmare contratti fino a 3 milioni, ha massima autonomia sulla gestione economica), ruolo di garanzia del presidente che deve avere il gradimento della Commissione di Vigilanza, delega al governo per il riordino dell'assetto normativo: il Pd serra i ranghi e per 142 voti a favore e 92 contrari la riforma della Rai supera le forche caudine di palazzo Madama. «La legge che facemmo nel 2004 resterà in vigore, ne stiamo modificando soltanto un articolo», osserva compiaciuto Maurizio Gasparri, sottolineando le modifiche introdotte in Senato al ddl del governo. Ma «l'incidente» accaduto due giorni fa – così lo ha ridimensionato Matteo Renzi – avrà strascichi: chi ha ruoli direttivi nel partito democratico, come il segretario d'Aula Federico Fornaro o il vicepresidente vicario Claudio Martini, verrà richiamato ad avere un atteggiamento di responsabilità.
Dopo il ko di giovedì sera si sono mossi Lotti e Zanda. Un richiamo alla compattezza, anche ai membri dell'esecutivo. E' stato contattato - riferisce un senatore di Ala - anche Denis Verdini, a Miami per motivi personali. L'ex coordinatore di FI ha telefonato ai suoi: «Va bene mandare un segnale ma ora basta imboscate». Il vero segnale “politico” comunque lo hanno inviato i bersaniani che chiedono al premier «un nuovo patto» di governo e di programma, altrimenti – questa la promessa – a settembre sul pacchetto costituzionale «si ritorna a ballare».
Il premier ha fatto capire che l'articolo 4 che conferiva al governo la delega sul canone sarà reintrodotto alla Camera. «Questo è un passo importante, ma il lavoro non finisce qui, probabilmente ci saranno modifiche», ha sottolineato anche il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Il premier ha poi fissato i prossimi step: il 4 agosto la commissione di Vigilanza indicherà i sette consiglieri di amministrazione della Rai, il giorno dopo il governo presenterà la proposta di presidente e il nome di direttore generale. Le indicazioni sono chiare: «Offriremo i nomi più autorevoli e competenti, perché il modello di rapporto tra politica e Rai deve essere quello della Bbc, di assoluta indipendenza».
POTERI DELL'AD - L'amministratore delegato è nominato dal cda su proposta dell'assemblea dei soci (dunque del Tesoro), resta in carica per tre anni e può essere revocato dallo stesso consiglio. Può nominare i dirigenti, ma per le nomine editoriali deve avere il parere del cda (che se fornito a maggioranza dei due terzi è vincolante).
PRESIDENTE E CDA - Introdotta la figura del presidente 'di garanzia', che viene nominato dal cda tra i suoi membri, ma deve ottenere il parere favorevole della Commissione di Vigilanza con i due terzi dei voti. I componenti del cda sono sette al posto degli attuali nove: quattro eletti da Camera e Senato, due nominati dal governo e uno designato dall'assemblea dei dipendenti. In Aula sono stati approvati emendamenti che indicano precisi requisiti di onorabilità per i consiglieri e estendono al personale della Rai, ad eccezione dell'ad, il tetto sulle retribuzioni.
SUPERDG - Con un emendamento del governo, le disposizioni sull nomina del cda si applicano a decorrere dal primo rinnovo e, in fase di prima applicazione, al direttore generale della Rai, che sarà nominato con la legge Gasparri, sono conferiti i poteri dell'amministratore delegato.
APPALTI - L'articolo 3 detta norme sulla responsabilità dei componenti del cda e prevede la deroga, rispetto all'applicazione del codice dei contratti pubblici, per i contratti aventi per oggetto l'acquisto, lo sviluppo, la produzione o la commercializzazione di programmi radiotelevisivi, e i contratti aventi ad oggetto lavori, servizi e forniture di importo inferiore alle soglie di rilevanza comunitaria.

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