Allarme Corte dei Conti «Le tasse comunali sono ormai al limite»

Domenica 2 Agosto 2015
Allarme Corte dei Conti «Le tasse comunali sono ormai al limite»
Lo Stato taglia i trasferimenti, i Comuni compensano tassando e i cittadini pagano il conto. E' un cortocircuito capace di mandare in tilt il federalismo fiscale e di svuotare le tasche degli italiani quello denunciato dalla Corte dei Conti. I magistrati contabili hanno realizzato un'indagine svelando che, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014, i sindaci degli oltre 8 mila Comuni hanno subito tagli per 8 miliardi compensati da «aumenti molto accentuati delle tasse locali per conservare l'equilibrio in risposta alle severe misure correttive del governo». Una dinamica così accentuata che il peso del fisco è considerato ormai «ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali». I numeri, d'altronde, sono eloquenti: nell'ultimo triennio c'è stato un «incremento progressivo della pressione fiscale» comunale, passata dai 505,5 euro del 2011 ai 618,4 pro capite del 2014. E i cittadini più tartassati sono coloro i quali risiedono nei Comuni con più di 250mila abitanti, dove si arriva a 881,94 euro a testa. Ma come è stato possibile che la tassazione locale (+22% in tre anni ) abbia subito questa accelerazione? La dinamica delle entrate locali, scrivono i magistrati contabili, è dovuta a due fenomeni: «Il deterioramento del quadro economico, con effetti penalizzanti soprattutto sul gettito risultante dalle più ridotte basi imponibili», e le numerose manovre di risanamento della finanza pubblica, «i cui effetti prodotti dal disorganico e convulso succedersi di interventi sulle fonti di finanziamento degli enti locali hanno determinato forti incertezze nella gestione dei bilanci e nella formulazione delle politiche tributarie territoriali».
Ma proprio in vista della promessa abolizione della tassa sulla prima casa, Matteo Renzi rassicura sul fatto che i Comuni saranno «integralmente» rimborsati. «I soldi in meno della Tasi/Imu saranno restituiti integralmente ai Comuni. E il tuo bravo sindaco saprà farne prezioso uso», spiega il premier. «Smettere di tassare la prima casa - osserva ancora - è giusto e anche equo in un Paese dove l'81% degli italiani ha sudato per acquistarsi un'abitazione».
Sta di fatto che i tagli agli enti - spiega la Corte dei Conti - si avvicinano dal 2008 ad oggi a quasi 40 miliardi, risultato della riduzione dei trasferimenti statali di 22 miliardi e di un calo dei finanziamenti per la sanità di 17,5 miliardi. I magistrati contabili evidenziano come dalla riduzione dei trasferimenti dello Stato «è derivato, per gli enti locali, un inasprimento della pressione fiscale». E se i Comuni hanno risposto ai tagli con una revisione al rialzo delle aliquote Ici-Imu (gli aumenti generalizzati hanno visto gli incassi passare dai 9,6 miliardi di euro del Ici 2011 ai 15,3 miliardi del 2014 ), le Regioni hanno puntato sul taglio degli investimenti e dei servizi con una compressione delle funzioni extra-sanitarie. La Corte sottolinea inoltre come «la concessione ai Comuni di più ampi margini di manovra sul piano fiscale, in conseguenza del permanere di una disciplina del patto fondata sul criterio del saldo di competenza mista, «ha favorito l'emergere, specie in materia di imposizione immobiliare, di una congerie di regimi differenziati per aliquota, sistemi agevolativi e detrazioni fiscali». In più, evidenziano i giudici contabili, «gli strumenti di coordinamento fra prelievo centrale e locale non hanno evitato che si producesse un aumento della pressione fiscale complessiva».

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