Lampioni spenti, il Comune
non ha i soldi per cambiarli

Luci ancora spente a Bassano e conseguenti polemiche mai sopite. La bocciatura che la maggioranza ha presentato alla mozione delle opposizioni sul ripristino dell'illuminazione pubblica notturna non ha di certo allentato la tensione tra i due schieramenti: «Il momento è difficile e il tasso di criminalità è in crescita - si legge nel documento - nel bassanese si sono verificati diversi furti e rapine, specie nell'ultimo periodo, e se l'illuminazione pubblica notturna fosse adeguata il tutto rappresenterebbe un deterrente di non poco conto. Ma ad oggi la situazione rimane difficile e le risposte tardano ad arrivare». Soluzioni immediate tuttavia non sembrano paventarsi all'orizzonte anche se, come conferma l'assessore alla cura urbana Roberto Campagnolo, qualcosa in tal senso si sta cercando di fare: «È evidente che la situazione per quanto riguarda il parco luci non è buona visto che abbiamo 8100 punti luce di vecchia generazione ai quali se ne aggiungono altri 400 di natura privata. Stiamo vagliando alcune soluzioni più moderne ma le spese da sostenere sarebbero ingenti; non abbiamo risorse proprie per questo tipo di investimento e quindi potremmo ragionare per un accordo pubblico-privato o con un meccanismo di indebitamento, soluzioni che dovremo valutare però di concerto con l'intero consiglio. L'obiettivo - prosegue Campagnolo - è quello di rinnovare il parco illuminazione in tempi brevi affinchè la sicurezza non manchi, cercando inoltre il risparmio energetico. Siamo pronti invece ad intervenire in quelle situazioni particolarmente delicate in cui, anche grazie a segnalazioni di cittadini e degli stessi consiglieri, sia necessario rivedere una gestione ad hoc dell'illuminazione pubblica». Motivazioni alle quali ha replicato la Lega Nord attraverso la capogruppo Tamara Bizzotto: «Vediamo innanzitutto di evitare che le luci siano accese di giorno come capitato alcune mattine fa in centro a Bassano. Inutile risparmiare di notte se poi di giorno ci si dimentica di spegnerle, serve una gestione più precisa e un'attenzione massima alla riduzione degli sprechi». La vicenda insomma rimane aperta e, a quanto sembra, i tempi per la sua risoluzione sono tutt'altro che chiari.