Ospedale per vip, Zaia invia gli ispettori:
«Direttiva grottesca, sradicare i privilegi»

Giovedì 12 Luglio 2012 di Roberta Brunetti
L'ospedale dell'Angelo (archivio)
VENEZIA - Il governatore Luca Zaia mander gli ispettori all’Ulss 12. Mentre il sindaco Giorgio Orsoni porter la questione in conferenza dei sindaci. La mail interna con cui il direttore sanitario dell’ospedale Civile, Vincenzo Nardacchione, in occasione dell’ultima visita di Napolitano a Venezia, ricordava ai primari che l’«eventuale ricovero di Vip è sempre previsto all’Angelo», ha smosso anche i vertici di Palazzo Barbi e Ca’ Farsetti.



Durissima la nota diffusa ieri dal presidente della Regione che definisce «grottesche» le «disposizioni impartite al personale» e annuncia di aver chiesto al «segretario generale alla sanità di attivare il servizio ispettivo per analizzare ogni risvolto di questa vicenda e eventualmente assumere le conseguenti azioni». Ma anche il sindaco chiederà chiarimenti in materia: «Agire in questo modo è stato profondamente sbagliato - puntualizza - perché destabilizza la sanità veneziana».



Il caso, come noto, era diventato di dominio pubblico martedì, dopo un articolo del Gazzettino. All’indomani l’Ulss 12, per bocca del direttore dipartimento ospedale-territorio, Onofrio Lamanna, aveva cercato di giustificare quella direttiva riferendola solo alle "alte cariche dello Stato" e legandola a motivi di sicurezza. Spiegazioni che evidentemente non hanno soddisfatto Zaia. «Delle due l’una: o la direttiva inviata in occasione della visita del Capo dello Stato è stata scritta e motivata da eccesso di zelo, preoccupati di fare brutta figura con i potenti di turno, oppure era dettata dalla logica della corsia preferenziale - scrive il governatore -. In ogni caso, siamo di fronte, con tutta evidenza, a una cultura del privilegio da sradicare. Ecco perché, in qualità di garante della sanità di tutti, sono costretto ad intervenire per assicurare i veneti che l’unica direttiva che riconosco come propria in questa Regione, è che qui i cittadini sono tutti uguali di fronte alla salute e vengono curati tenendo conto della patologia da cui sono affetti nel luogo in cui vivono». Un principio che «deve valere per il Presidente della Repubblica, per il Pontefice e per il Presidente della Regione, così come per ogni cittadino - continua Zaia -. La logica della corsia preferenziale, che è poi un retaggio di antiche prassi cortigiane, malcostume nazionale contro il quale questa amministrazione si è molto impegnata, va sradicata fino in fondo».



Il governatore si dice certo che in Veneto «non non esistano ospedali di serie "A" e ospedali in cui si curano, invece, le persone normali», ribadendo la sua contrarietà a un un modello sanitario «dove prima di curare un paziente gli si chiede di esibire una carta di credito. In Veneto i pazienti valgono a uno a uno, qualsiasi sia il loro censo, il loro ceto, il proprio ruolo istituzionale». Zaia stigmatizza, infine, il concetto stesso di vip: «La logica del "very important person" costringerebbe a interrogativi inquietanti: aprire un ufficio prenotazioni sanitarie a queste persone dedicato? E la biancheria nei letti dovrà essere di un altro colore? Nessuno che interpreti con questa filosofia il concetto della cura e dell’assistenza si deve sentire costretto a lavorare per la Veneto».



Uno Zaia scatenato, insomma, che non accenna, però, ai tagli che il Civile ha comunque subito. Ma su questo punto anche il sindaco esclude collegamenti con il "dirottamento" dei vip. «Credo piuttosto che ci sia stata una non corretta percezione dei servizi dell’ospedale di Venezia - osserva Orsoni -. Forse un abbaglio dell’estensore della mail che non conosce le strutture che al Civile ci sono. O forse un eccesso di zelo nel voler promuovere quelle di Mestre che oviamente sono più moderne». Se ne riparlerà in conferenza dei sindaci.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 20:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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