Tre commissari per il "Venezia Nuova"
Il consorzio: «Cambiata rotta»

Giovedì 30 Ottobre 2014 di Paolo Navarro Dina
Mauro Fabris, Raffaele Cantone e Hermes Redi
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VENEZIA - Ora la "palla" passa al prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Sarà lui a decidere chi andrà a guidare il Consorzio Venezia Nuova dopo l’avvio della procedura di commissariamento decisa dall’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. La decisione è attesa nell’arco di una decina di giorni e potrebbe riguardare la nomina da uno a tre commissari (vista la monumentalità dell’opera) così come suggerisce l’articolo 32 del decreto legge 90. Ma prima delle scelte, vi saranno altri passaggi istituzionali come la presentazione della "memoria" dell’attuale dirigenza del Consorzio Venezia Nuova all’Anac che dovrà pervenire entro e non oltre domani, sabato, terzo giorno utile dall’avvio del provvedimento, come prevede la norma.

E proprio a questo documento di "osservazioni" sta lavorando il direttore generale del Consorzio Venezia Nuova, Hermes Redi, che, all’indomani della "notifica" dell’Anac era stato addirittura indicato come un possibile "commissario". «Smentisco categoricamente questa ipotesi - conferma - Io non ho il ruolo né la capacità e tantomeno l’interesse a svolgere questo compito. È bene che sia una "persona terza"». Ma che la matassa non sia facile da sbrigliare lo dimostra anche l’imbarazzo con il quale il Consorzio Venezia Nuova ha accolto la decisione di Cantone. «È la prima volta che viene messo in atto un provvedimento come questo - rivela Redi - Noi non possiamo che adeguarci alle richieste dell’Anac. Abbiamo incontrato Cantone a Venezia nel luglio scorso. Dopo questo provvedimento stiamo oggettivamente navigando un po’ a vista».

Lo staff del Consorzio tiene a fare un bilancio della situazione sottolineando quanto è stato fatto in quest’anno e mezzo di nuova gestione dell’ente concessionario. «C’era stata chiesta discontinuità e c’è stata - sottolinea Redi - al di là di quanto dice l’Anac che si è ritenuta non soddisfatta dei cambiamenti attuati e che quindi ha scelto il commissariamento. Ma va detto che, al di là del nuovo assetto del Cvn, abbiamo ritirato le deleghe a quei dirigenti compromessi con l’indagine sul "sistema Mose"; abbiamo chiuso tutti i contatti estranei al "core business" del Consorzio; abbiamo assunto un atteggiamento di trasparenza con la città che prima non esisteva e abbiamo dato una sterzata poderosa ai lavori con la posa di tutti i cassoni alle bocche di porto (35 cassoni a Treporti, Lido, Malamocco e Chioggia) e ci stiamo accingendo alla sistemazione delle paratoie (78 nuovi impianti). Il Mose deve essere finito».

E mentre il Consorzio rivendica la propria due diligence, dall’Autorità nazionale anticorruzione giungono ulteriori dettagli sulle procedura. Dopo la ricezione della "memoria" da parte del Consorzio a Cantone, ci vorrà all’incirca una decina di giorni affinché il prefetto di Roma, titolare per competenza territoriale in quanto la concessione dei lavori al Cvn è stata firmata al Ministero dei Trasporti, possa esprimersi e indicare il nome del commissario. Ma non è escluso, come prevede la norma, che si possa arrivare fino al numero di tre commissari, circostanza ritenuta possibile per l’ampiezza e la "monumentalità" di un’opera commissariata come quella del Mose che non subirà alcuno stop continuando a svolgere il completamento delle dighe mobili. Chi saranno i commissari è ancora difficile dirlo, ma l’Anac fa sapere che si tratterà di persone con conoscenze in materia e che quindi sapranno affrontare la questione in stretta relazione con il management del Consorzio Venezia Nuova dando così continuità all’intervento per la salvaguardia di Venezia.
Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 20:54

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