Pedaggi e cantieri arenati a Roma,
Autovie fa utili ma il futuro è incerto

Mercoledì 25 Novembre 2015 di Maurizio Bait
Pedaggi e cantieri arenati a Roma, Autovie fa utili ma il futuro è incerto
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TRIESTE - Un balzo degli utili netti da 21,1 a 35,7 milioni, di cui 7,1 in dividendi ai soci e il resto a riserva. Maggiori introiti per il 6,4% e tutte le premesse finanziarie in campo per dar corso a nuovi cantieri della terza corsia A4, compreso un aumento dell’1,99% del traffico complessivo a testimoniare l’uscita progressiva dalla crisi economica. Chiude così con un catalogo di battaglie vinte la presidenza di Emilio Terpin ad Autovie venete, con l’importante conferma di Maurizio Castagna che continuerà a fare l’amministratore delegato ma ora anche il presidente.



Tuttavia la musica che pervade la situazione è un Allegro ma non troppo. Nessuna certezza si manifesta attualmente sul fronte del piano finanziario, strumento essenziale per proseguire i cantieri. Il Ministero delle Infrastrutture ha chiesto in questi mesi l’ennesima, nuova versione degli investimenti programmati chiedendo ad Autovie l’impossibile: non spingere la previsione oltre la data di scadenza dell’attuale concessione autostradale, ossia il 31 marzo 2017, pur permanendo opere da realizzare per 1,4 miliardi rispetto a quelle già compiute per 606 milioni (quasi tutte risorse proprie).

E sì che la società ha in conto cantieri da ultimare entro il 2022 per 871 milioni e per altri 533 entro il 20131. Di più: nell’anno che verrà si punta ad avviare il terzo lotto della terza corsia A4 da Alvisopoli a Gonars (costo globale 442 milioni), nonché i "mini-lotti" da Gonars a Palmanova e da Portogruaro ad Alvisopoli (circa 65 milioni ciascuno).



La questione riguarda direttamente anche le tasche degli automobilisti e delle imprese che fanno viaggiare i Tir: senza piano, non si sblocca l’accordo con il Governo per dar vita dal 2017 a una concessione in house da far durare fino al 2038, sebbene anche su tale scadenza non manchino criticità di sponda romana. E senza concessione in house, non può scattare il contenimento dei pedaggi con aumenti annuali non superiori all’1,5% com’è avvenuto in via interlocutoria e imperativa nel gennaio scorso dopo un balzo del 7,17% nel gennaio 2014. In realtà, stando al vecchio piano tuttora vigente, il salto tariffario sarebbe del 13%. E se non arriva alla svelta la nuova concessione dal lungo respiro, diventa imponderabile il destino del calmiere al casello.Un segnale evidente, sul fronte della spesa, è venuto ieri dalla Regione Friuli Venezia Giulia tramite il presidente di Friulia Pietro Del Fabbro, che ha annunciato una drastica riduzione della "borsa" annuale a disposizione del Consiglio d’amministrazione per i propri compensi: da 320mila a 290mila euro, dei quali 30mila al presidente e 16.200 a ciascun consigliere, salvi i rimborsi delle spese.



La vigorosa spending review prende le mosse dalla circostanza che Castagna riassumerà in sé le deleghe che furono già sue assieme a quelle già detenute da Terpin. Il primo raggiungeva "tutto compreso" 153.291 euro, il secondo 146.865. Ora il compenso di Castagna potrà lievitare in forza dei rimborsi, ma in proporzione assai limitata rispetto ai "gravami" delle nuove deleghe che viene chiamato ad esercitare.

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