TREVISO - «Chi ha copiato scagli la prima pietra». La prende con filosofia Stefano Cigana, manager di Motta e patron del marchio di abbigliamento Pakkiano. Azienda che sei mesi fa aveva fatto molto parlare di sè per uno spot, quantomeno particolare, girato nel mottense e pubblicato in rete, in cui un gruppo di persone, presumibilmente islamici, sta per lapidare una bella ragazza. Alla fine la modella si salva perché indossa una maglietta dell'azienda.
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Apriti cielo: all'epoca si scatenò un putiferio a livello nazionale, dove in parecchi chiesero all'azienda ritirare lo spot. Dopo qualche polemica, la questione si chiuse così. Ieri la presentazione della nuova campagna contro la violenza sulle donne da parte di Benetton ha fatto però storcere il naso allo stesso Cigana, che avvisato dai suoi legali, ha deciso di prenderla con ironia, spiegando: «Ho visto il filmato, in un primo tempo sono trasalito. Perché? Si tratta di un soggetto molto, molto simile a quello che avevamo girato noi. Con tanto di slow-motion, primi piani partendo dai piedi, gruppo di giovani che accerchiano una ragazza e, dulcis in fundo, finale a sorpresa. Quando ho visto questo spot, a sostegno di una fondazione contro la violenza sulle donne, ho subito pensato a quello che avevamo girato noi». Ci saranno strascichi? «No di certo. Dico solo che basta andare in rete e guardarsi lo spot di Pakkiano e subito dopo quest'ultimo. Lo spettatore può trarre le sue conclusioni. Per carità, artisticamente ognuno è libero di fare quel che vuole. Ritengo, visto lo scopo nobile del video di «Fabrica», che tale ispirazione possa anche essere una sorta di omaggio alla mia maison. Evidentemente il sottoscritto all'epoca aveva fatto centro».
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Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 15:00
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Apriti cielo: all'epoca si scatenò un putiferio a livello nazionale, dove in parecchi chiesero all'azienda ritirare lo spot. Dopo qualche polemica, la questione si chiuse così. Ieri la presentazione della nuova campagna contro la violenza sulle donne da parte di Benetton ha fatto però storcere il naso allo stesso Cigana, che avvisato dai suoi legali, ha deciso di prenderla con ironia, spiegando: «Ho visto il filmato, in un primo tempo sono trasalito. Perché? Si tratta di un soggetto molto, molto simile a quello che avevamo girato noi. Con tanto di slow-motion, primi piani partendo dai piedi, gruppo di giovani che accerchiano una ragazza e, dulcis in fundo, finale a sorpresa. Quando ho visto questo spot, a sostegno di una fondazione contro la violenza sulle donne, ho subito pensato a quello che avevamo girato noi». Ci saranno strascichi? «No di certo. Dico solo che basta andare in rete e guardarsi lo spot di Pakkiano e subito dopo quest'ultimo. Lo spettatore può trarre le sue conclusioni. Per carità, artisticamente ognuno è libero di fare quel che vuole. Ritengo, visto lo scopo nobile del video di «Fabrica», che tale ispirazione possa anche essere una sorta di omaggio alla mia maison. Evidentemente il sottoscritto all'epoca aveva fatto centro».
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