Il cinema fra aneddoti e 15mila film
nell'archivio di Lugi Bernusso

Sabato 29 Agosto 2015 di Elisa Cacciatori
Luigi Bernusso accanto a una vecchia macchina da proiezione
ROVIGO - È un archivio che assomiglia più ad un museo e che solo pochi fortunati fino hanno avuto l'onore di ammirare. L'impressione che si ha quando si entra all'interno delle stanze adibite dal portovirese Luigi Bernusso a deposito della sua collezione di oltre 15mila pizze cinematografiche è come quella di chi si addentra per la prima volta in un luogo dal fascino inesplorato.

La questione si fa ancora più entusiasmante se ad accompagnare la visita in questo labirinto di storie sono gli aneddoti raccontati dal padrone di casa. Ed è proprio in questo mosaico di pellicole accatastate una sopra l'altra e di proiettori di diverse epoche che Luigi Bernusso di Porto Viro, si sente completamente a suo agio.



Il cinema è una passione che l'uomo, classe 1942, racconta di avere da sempre nel Dna.

«La macchina da presa e i film mi hanno da sempre appassionato e a sei anni mi creai una cinepresa in legno - racconta -. A 15 anni mi sono fatto la patente per fare il cinema, ma non potevo proiettare film fino a 21 anni. Allora ho cominciato ad andarci come aiuto operatore. Ricordo che, all'epoca, al cinema Eden di Contarina avevamo dei finestrini davanti al proiettore collegati ad un filo di spagna. Quando, non di rado, si bruciava la pellicola serviva a chiudere subito lo sportello per non far vedere in sala cosa stava accadendo sullo schermo».



Non a caso, nei suoi racconti ricorda anche l'emozione di "Nuovo cinema Paradiso" spiegando come si fosse immedesimato in quello stesso ruolo del protagonista. Diversi i cinema parrocchiali presso i quali lavorò fino a divenire operatore al cinema Massimo di Adria.



«Facevamo cinema dalla cabina dalle 2 del pomeriggio - ricorda - fino a notte. A quei tempi i cinema erano colmi di spettatori». Una passione, quella per il cinema, che Luigi ha da sempre condiviso con l'inseparabile moglie Laura con la quale a metà degli Anni Cinquanta cominciò a gestire il cinema Eden. «Da "morosi" - ricorda - mio nonno mi portava la cena con la sporta al cinema Garibaldi, poi siamo passati all'Eden. Dopo alluvione sono andato a Ca’ Cappellino al centro sociale poi a Porto Levante, quindi ancora a Contarina e a Taglio di Donada.



Negli Anni Sessanta con la crisi del cinema sono andato a Lugo in Emilia Romagna per lavorare come operatore, ma poi per amore sono tornato». Innumerevoli sono state le sale che hanno permesso al portovirese di fare della sua più grande passione un mestiere che lo ha accompagnato per una vita intera. Fu anche proiezionista al Festival del cinema di Venezia dove lavorava oltre 12 ore al giorno e, foto alla mano, ricorda gli innumerevoli incontri avuti con le star del cinema internazionale. Tra queste l'incontro in cabina con Omar Sharif, il Dottor Zivago.



«Era il momento della proiezione alla Sala Volpi per la critica, ma siccome non c'era nessuno (!), mi aveva chiesto se potevo interrompere la proiezione. L'occasione ci ha permesso di scambiare qualche battuta». Il cinema portò Luigi e Laura anche a Cannes, su invito, dove videro da vicino Lady D e il principe Carlo, furono chiamati anche in Russia per "I girasoli" con la Loren.



Gli aneddoti non mancano neanche quando si parla del territorio d'origine della coppia che fu proprietaria a lungo anche del Cinema Astra di Chioggia. «Nel Delta - ricorda Bernusso - Roberto Rossellini proiettava a Ca’ Zen le anteprime delle pizze, vedi "Roma Città Aperta" ma ho anche avuto modo di vedere Sophia Loren per la scena del funerale a Ca’ Pasta nel film "La donna del fiume" di Soldati».

Assistette anche a Mazzorno Sinistro alle riprese di Uragano sul Po con Raf Vallone ed incontrò Tinto Brass intento a girare "La Vacanza". Nell'87 Bernusso fu premiato alla sesta edizione del Premio Fedeltà al Cinema dell'Anec a Roma.
Ultimo aggiornamento: 30 Agosto, 13:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA