Vigneti nel Bellunese, caso politico
per i filari “fuori controllo”

Lunedì 31 Agosto 2015 di Alessia Trentin
Filari nella zona del Castionese (Visalli)
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BELLUNO - Chissà chi lo sa. Non è un giochetto di parole. Ma la domanda che il consigliere comunale del Partito democratico, Irma Visalli, gira a chi è in grado di dare risposta franca a proposito di sostanze «non identificate» che vengono diffuse sui filari di vigne del Castionese.



È stato un cittadino ad inviarle le foto che testimoniano come «senza alcuna regolamentazione nei nuovi vigneti in zona Cor, tra Castion e Castoi, si proceda con spargimento di qualcosa di non chiaro.» Acqua o prodotti dannosi alla salute? La gestione, a detta di Visalli, pare molto libera: «Non si bada a situazioni meteorologiche, ad orari o presenza di persone.» Visalli vuole andare a fondo della faccenda e chiederà la convocazione urgente al presidente della seconda commissione urbanistica «per procedere nel minor tempo possibile al regolamento relativo all'uso di fitofarmaci. Il Comune deve muoversi, perchè la percezione del rischio è in aumento.»



Dunque fitofarmaci, insieme ad altre sostanze potenzialmente dannose per la salute, sotto al riflettore: «Sappiamo di poter contare su due regolamenti, uno stilato dal Gruppo terre bellunesi che gode del coinvolgimento di esperti ed agricoltori locali e che è stato inviato a tutte le amministrazioni dall'associazione - sono le precisazioni portate dala consigliera comunale - l'altro approvato da alcuni comuni della Valbelluna. Si può copiare: ci sono molti altri documenti comunali di zone limitrofe al bellunese da cui trarre esempio.»



Visalli punta il dito sulla lentezza, anche a livello di amministrazione comunale, nell'affrontare la questione che potrebbe diventare un problema. «Si aspetta ancora? Quando i buoi sono usciti inutile chiudere le stalle.» Da evitare,a suo parere, è di continuare «a raccontarcela». I danni sulla carta potrebbero coinvolgere sia la salute delle persone che il paesaggio. Visalli lancia poi l'affondo: «Nessuno discute sulla possibilità che imprenditori trevigiani o di altri luoghi vengano qui ad investire.Ma non possono trovare uno spazio senza regole.». Ecco che la sollecitazione delle fotografie - secondo Visalli - dovrebbe creare un fronte comune su aree «che sono state affittate o vendute per essere destinate a vigneti o ad altre coltivazioni intensive».
Ultimo aggiornamento: 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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