Flavio Tosi a luci rosse: battaglia
sull’archiviazione del caso Report

Martedì 23 Settembre 2014 di Luca Ingegneri
Flavio Tosi a luci rosse: battaglia sull’archiviazione del caso Report
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VERONA - Sigfrido Ranucci avrebbe correttamente esercitato il diritto di cronaca e di critica nella contestatissima puntata di Report dedicata alle presunte frequentazioni a luci rosse del sindaco di Verona Flavio Tosi. Lo stretto collaboratore di Milena Gabanelli non avrebbe leso l’onore e la dignità del primo cittadino. Tosi è un politico di primo piano, chiamato inevitabilmente a fare i conti con una riduzione dei limiti della privacy.



È con queste motivazioni che il sostituto procuratore padovano Benedetto Roberti ha sollecitato l’archiviazione dell’inchiesta per tentata diffamazione a carico del giornalista di Report. Stando agli accertamenti compiuti dalla Digos Ranucci avrebbe ripetutamente cercato riscontri alle numerose segnalazioni (alcune anonime, tutte molte dettagliate) sulla vita privata di Tosi pervenute alla redazione della trasmissione di Rai Tre. Ed è proprio durante le delicate fasi della sua indagine che il giornalista sarebbe entrato in contatto con un agente provocatore inviato dallo stesso primo cittadino. Nel corso del faccia a faccia avvenuto al bar della stazione ferroviaria di Padova l’amico di Tosi aveva proposto all’inviato di Report un altro incontro in cui l’avrebbe fatto parlare con un’altra persona ben più informata sulla vita privata del primo cittadino scaligero.



In questi summit Ranucci era stato registrato e le sue esternazioni erano finite nella denuncia trasmessa in Procura dallo stesso Tosi. La difesa, affidata al penalista scaligero Luca Tirapelle, e le parti civili, gli avvocati Enrico Ambrosetti per Tosi e Alberto Franchi per l’ex assessore Marco Giorlo, si sono date battaglia davanti al gip Margherita Brunello che dovrà decidere se archiviare definitivamente il caso o accogliere l’opposizione di Tosi e disporre nuove indagini o mandare il giornalista sotto processo.



Tirapelle ha difeso il lavoro dell’inviato di Report, abituato ad operare in un terreno scivoloso come il giornalismo d’inchiesta. Ranucci avrebbe cercato riscontri sulla verità della notizia, nell’ambito di un’inchiesta giornalistica su presunti ricatti che avrebbero potuto danneggiare o compromettere l’attività amministrativa del Comune di Verona. L’ipotesi difensiva è che la notizia fosse fondata o quantomeno verosimile nonostante i fotogrammi acquisiti in sede di indagine non abbiano fatto chiarezza sulle presunte frequentazioni di Flavio Tosi. Il giudice si è riservato ogni decisione.
Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 00:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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