In arrivo altri 630 migranti in Veneto
Solo 48 ore per trovare gli alloggi

Martedì 9 Giugno 2015 di Valentina Errante
In arrivo altri 630 migranti in Veneto Solo 48 ore per trovare gli alloggi
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VENEZIA - Sul fronte interno la linea dura, con l'Europa la mediazione. Mentre si registra una nuova chiusura della Francia nel faticoso iter verso l'approvazione dell'Agenda per l'immigrazione, il Viminale non tiene conto delle minacce dei presidenti delle Regioni e mette in atto il piano di redistribuzione dei migranti, quasi e tutti inviati nei Comuni del Nord.



Tra sabato e lunedì ne sono sbarcati altri 6000, molti già partiti o in partenza per Veneto, Lombardia Liguria, Toscana e Valle d'Aosta. I prefetti hanno due giorni di tempo. I trasferimenti saranno completati al massimo domani.



Sarà un problema dei prefetti, che in 48 ore dovranno trovare gli alloggi, risolvendo le tensioni con governatori e sindaci. Perché il Dipartimento per l'immigrazione e le libertà civili ha già disposto che 600 migranti siano accolti in Lombardia, 630 in Veneto, 400 in Piemonte, 350 in Liguria, 250 in Toscana e 100 in Valle d'Aosta. Nelle strutture del Sud, al collasso, sono previste cifre minime. In Campania, soltanto 150. Lo stesso numero che, ieri, è stata trasferita in pullman dalla provincia di Agrigento a quelle di Rovigo, Treviso e Belluno.



Al momento il ministero dell'Interno non procede con le requisizioni dei siti, un'ipotesi che resta comunque aperta per risolvere la questione qualora gli amministratori locali non collaborassero con i prefetti.

La decisione di ieri è stata presa in un vertice tra il prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento, il capo della Polizia, Alessandro Pansa e il ministro Angelino Alfano. Una riunione preceduta dall'incontro con il commissario europeo all'Immigrazione, Dimitris Avramopoulos.



Attualmente i 90mila stranieri (77mila adulti, il resto minori) presenti in Italia gravano in maniera sproporzionata su alcune regioni (Sicilia in primis). L'ipotesi delle caserme per ora resta sullo sfondo, di riserva: la Difesa ne ha offerte 12 dismesse, ma dovrebbero essere sistemate. Si lavora anche alla creazione di centri regionali di accoglienza a grande capienza dove fare loscreening dei migranti prima di smistarli in strutture più piccole.



Intanto va avanti la difficile partita europea. Ieri un incontro tecnico bilaterale tra il prefetto Morcone e i suoi omologhi francesi, in vista dell'incontro tra i ministri dell'Interno e della Giustizia Ue del 16 giugno, ha fatto registrare un altro rallentamento. Il ministro Bernard Cazeneuve aveva già mostrato forti perplessità. Per i suoi funzionari il nodo riguarda soprattutto le modalità di gestione dei richiedenti asilo che, secondo la politica d'Oltralpe, dovrebbero essere ”controllati” nei Cara e negli Sprar, per il tempo necessario all'esame delle richieste. Ipotesi, che violerebbe i trattati internazionali, e non potrebbe comunque essere praticata in Italia, soprattutto per i tempi lunghissimi della nostra burocrazia, nettamente superiori a quelli francesi. Le trattative andranno avanti fino al 26, quando il Consiglio dovrà votare il piano e stabilire se adottare la procedura d'urgenza. L'Italia non soltanto punta a ridiscutere la cifra di 24mila profughi da ridistribuire sul territorio, ma anche ad allargare i parametri del ricollocamento, attualmente limitato a siriani ed eritrei.



Ma soprattutto le trattative diplomatiche hanno come obiettivo una revisione dei fondi. Attualmente l'Europa ha previsto 60 milioni di euro da dividere tra tutti i Paesi che accoglieranno i migranti. Una cifra davvero esigua rispetto alle spese finora sostenute dall’Italia. Nel 2014 furono 630 milioni di euro che nel 2015 possono diventare 1 milione.



Altro punto delicato sono gli hotspots, i centri dove le forze di polizia italiane, coadiuvate da rappresentanti di Europol, Easo (Ufficio europeo per l'asilo) e Frontex faranno un primo screening dei candidati al ricollocamento, con fotosegnalamento ed impronte digitali.
Ultimo aggiornamento: 10:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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