Carabinieri acrobati per arrestare
il pusher albanese dai cento alias

Giovedì 27 Agosto 2015 di Cristina Antonutti
I tanti documenti falsi del clandestino albanese
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PORDENONE - Cacciato dall’Italia perchè spacciava cocaina ai ragazzi che nei fine settimana frequentavano le discoteche della Marca, Roland Kibja nel giro di quattro mesi si è riorganizzato per tornare in Italia. E ci è riuscito.



Il 2 giugno ha ottenuto passaporto albanese sotto il falso nome di Roland Ambrosa, nato l’8 marzo 1989 a Durazzo. E due giorni dopo, usando lo stesso nominativo, ha ottenuto la carta di identità. È tornato in Italia e si è sistemato in un appartamento di via Latisana 41, a Pordenone, con la fidanzata romena. La scorso settimana è incappato in un controllo stradale della Polizia locale di Pordenone: i documenti esibiti hanno insospettito gli agenti, che si sono messi in contatto con l’Arma per approfondire il caso.



I sospetti erano fondati e ieri mattina, alle 6.30, i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Pordenone, assieme agli agenti della municipale e a due unità cinofile del Nucleo carabinieri di Torreglia (Pd), hanno suonato alla sua porta per eseguire un decreto di perquisizione firmato dal sostituto procuratore Marco Brusegan.



Kibja non ha aperto. Se n’è rimasto zitto zitto fingendo di non essere in casa. Che fare? I Carabinieri non hanno mollato. Sono saliti fino al terzo piano, si sono fatti aprire la porta dal vicino e dal suo appartamento sono riusciti a salire sul tetto per poi calarsi nell’alloggio di Kibja da una finestra rimasta aperta.

Il giovane era in camera da letto. Non ha opposto resistenza, anche perchè i cani hanno subito cominciato a fare il loro dovere.



È stato arrestato per possesso e fabbricazione di documenti falsi, oltre che per la violazione della normativa che disciplina l’immigrazione. A parte i documenti albanesi falsificati, gli investigatori gli hanno sequestrato anche una patente di guida intestata a Nicolae Ganea ed emessa il 20 aprile 2011 (scade 20 aprile 2021). Sono dati falsi, mentre la fotografia di Kibja è autentica.



Lo stesso vale per una carta di identità, sempre romena, emessa a nome di Ganea il 18 agosto 2013 e valida fino al 2 giugno 2023. I documenti sono stati trovati in un cassetto della cucina.



Kibja è stato un personaggio di spicco nell’ambiente dello spaccio trevigiano. Abitava a San Biagio e nel 2009 era stato arrestato assieme ad alcuni connazionali. Condannato nel 2011 a 4 anni e 8 mesi di reclusione, il 4 febbraio di quest’anno è stato rispedito in Albania con un provvedimento di espulsione firmato dal Prefetto di Treviso.



Da ieri mattina è rinchiuso nelle camere di sicurezza della caserma dei Carabinieri in attesa di giudizio direttissimo.
Ultimo aggiornamento: 15:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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